Gay ucciso in un raptus di gelosia, il racconto della trans contesa: «Ho denunciato io Ciro, ora ho paura»

Gay ucciso in un raptus di gelosia, il racconto della trans contesa: «Ho denunciato io Ciro, ora ho paura»
di Marilù Musto
Sabato 29 Luglio 2017, 23:55 - Ultimo agg. 30 Luglio, 13:08
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Polacca, dal nome anagrafico impronunciabile e quella carnagione chiara che la fa sembrare un’aliena. Per diventare donna ha scelto di sottoporsi al dolorosissimo intervento chirurgico del cambio di sesso. Lei è Heven, ufficialmente «consulente d’immagine», diplomata dal Liceo Linguistico «Iommelli» di Aversa e poi entrata nel mondo degli spettacoli e della trasgressione. Nella realtà, ex bambino cresciuto nella provincia sperduta del distretto di Ostrowiec Świętokrzyski in Polonia, rasa al suolo dopo l’invasione tedesca della Seconda Guerra Mondiale; città bagnata dal fiume, ma povera. È lei l’oggetto del contendere tra Ciro e Vincenzo.
 


È lei a lanciare l’allarme e a telefonare alla madre di Vincenzo l’8 luglio. Non si è fatta vedere in giro, ieri. Ma ha scritto un lungo post sul social Facebook: «Scrivo qui perché nonostante mi distrugge interagire con il mondo è l’unico modo per difendermi dalle perfide e immotivate accuse mosse nei miei confronti - ha scritto Heven - io Heven Grimaldi ero all’oscuro dello struggente episodio della morte di Vincenzo, è inutile esprimere il mio dolore qui sopra perché non ho più alcuna forza».

Poi, spiega i fatti: «La settimana tra il 3 e l’8 luglio ero fuori città, precisamente a Bari, quindi il giorno 7 luglio purtroppo non ero nel mio appartamento ad Aversa. Sono rientrata la mattina del giorno 8 ad ora di pranzo in treno ed aspettavo Vincenzo in stazione. Al mio rientro in casa non ho trovato né Vincenzo né i suoi effetti personali, sconvolta dalla sua assenza ho subito allertato la madre con la quale mi sono recata al comando di carabinieri per denunciarne la scomparsa. L’artefice del terrificante omicidio, ovvero Ciro Guarente, mi ha da subito prestato il suo falso conforto per lo shock e il dolore provato a seguito della scomparsa di Vincenzo. Mi ha ingannata fino all’ultimo momento e dato che in casa mancavano gli indumenti e le valigie di Vincenzo nei primi giorni ho sospettato che nonostante fosse assurdo si potesse trattare di un suo allontanamento volontario. Qualunque movimento o sospetto mosso nei confronti di questa assurda scomparsa mi veniva declinato da Ciro che continuava imperterrito a sostenere che Vincenzo era andato via voltando le spalle a tutti e mi intimava di non essere in ansia per la sua scomparsa».


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