Trapianti al Monaldi, dopo il blitz
reparto di Pediatria da riaprire

Trapianti al Monaldi, dopo il blitz reparto di Pediatria da riaprire
di Ettore Mautone
Martedì 17 Luglio 2018, 09:09
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Nuova ispezione in Campania degli emissari inviati dal ministro della Salute Giulia Grillo. Dopo l'Ospedale del Mare tocca al Monaldi. Gli ispettori, affiancati dai carabinieri del Nas e accompagnati dai dirigenti della struttura e da funzionari della Regione, hanno acquisito documenti e testimonianze. Sotto la indagine l'attività dei trapianti di cuore pediatrici fermi dal dicembre del 2016. Una sospensione scattata un anno e mezzo fa su denuncia delle associazioni dei genitori dei piccoli trapiantati. Carenze organizzative e un clima poco collaborativo tra i chirurghi pediatrici e quelli per adulti e tassi di sopravvivenza improvvisamente bassi, all'origine della sospensione. L'attività per gli adulti, invece, ha incrementato l'attività trapiantologica con 7 sostituzioni di cuore effettuate in una sola settimana, tutte con esito positivo. Il nodo è dunque la ripartenza del centro trapianti pediatrico. Sotto la lente d'ingrandimento le cure che precedono il trapianto dei pazienti che sono in lista di attesa e la delicata fase che segue l'intervento (anche se effettuato in altre regioni), soprattutto quando sono alte le possibilità di rigetto. Aspetti da tempo sollevati, anche con azioni di protesta eclatanti, da Dafne Palmieri, presidente del comitato dei genitori dei bambini trapiantati la cui azione è sostenuta da Federconsumatori e dal Movimento 5 Stelle.

LA DENUNCIA DEI 5S
«Gli ispettori del ministro Grillo avverte il capogruppo del M5S in Consiglio regionale Valeria Ciarambino - hanno verificato le segnalazioni emerse dal lavoro in Commissione Trasparenza e dalle denunce a firma mia e di Maria Muscarà in Commissione Sanità. Da anni segnaliamo gravi carenze nell'organizzazione dell'assistenza al Monaldi di bambini trapiantati, protrattasi in parallelo a un tasso di mortalità mai così elevato in una struttura che nel 2013 registrava una sopravvivenza a un anno dal trapianto del 92,3%, mentre a partire dal 2014 si è assistiti alla morte di tutti i bambini trapiantati tranne uno».

 

I NODI
Gli ispettori hanno acquisito atti e parlato con la dirigenza per capire cosa è stato fatto dal 2016 ad oggi per superare la fase di sospensione e per verificare se risultino ricoverati o siano stati ospitati bambini trapiantati nei reparti per adulti. La premessa è che, nel marzo scorso l'ospedale, per superare le carenze organizzative, ha suddiviso l'assistenza per i pazienti pediatrici trapiantati (o in attesa di trapianto) in due fasce di età in due reparti. I bambini da trapiantare, di età da 1 a 10 anni, sono stati affidati al centro cardiochirurgico per bambini diretto da Guido Oppido. Quelli di età da 11 a 18 anni ad Andrea Petraio. Sempre a Petraio è stato affidato il compito di seguire tutti i pazienti pediatrici nel post-trapianto a prescindere dalla loro età in ragione della lunga esperienza maturata nell'attività trapiantologica pediatrica. «Gli ispettori hanno accertato aggiunge Ciarambino - che nei reparti per adulti e nella rianimazione non esistono camere ad uso esclusivo di pazienti pediatrici».

IL FUTURO
Il commissario dell'azienda, Antonio Giordano, tornato dall'inizio di questo mese al timone dell'ospedale, ha intanto predisposto già gli ordini di acquisto di arredi e suppellettili e identificato 2 stanze per 4 posti da attribuire ai pediatrici ma ci vorranno ancora settimane per garantire ai minori cardiopatici ospitati nel reparto per adulti, spazi separati. Sullo sfondo c'è l'intera ristrutturazione di un intero piano del Monaldi con 3,5 milioni di euro già stanziati destinati a realizzare una cardiochirurgia pediatrica tutta nuova.
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