Con il materiale che sarà recuperato attraverso la perizia sui telefonini e sul pc di Alessandro i genitori potrebbero presentare una denuncia per stalking ai danni del 13enne morto due settimane fa. A confermare questa ipotesi, al momento strettamente collegata proprio all'esame dei dispositivi elettronici, sono gli avvocati Mario D'Apuzzo e Giulio Pepe, che rappresentano la famiglia del ragazzino di Gragnano precipitato da un'altezza di 15 metri lo scorso 1° settembre, forse perché vessato da un gang di bulli che lo perseguitavano in chat. «Al momento è presto per dirlo spiegano gli avvocati D'Apuzzo e Pepe ma è chiaro che, se dovessero emergere altri profili di reato, siamo pronti anche a questa eventualità». Una persecuzione che, a differenza del reato di induzione al suicidio, può essere contestata ai sei indagati due maggiorenni e quattro minorenni, tra cui l'ex fidanzatina di Alessandro soltanto su querela di parte. La denuncia per atti persecutori, dunque, potrebbe essere presentata ai carabinieri già nei prossimi giorni, non appena sarà noto il contenuto completo di quei messaggi che Alessandro avrebbe ricevuto per mesi, non confidandosi neanche con i genitori.
Ieri mattina sono partite le operazioni peritali per eseguire le copie forensi del computer di Alessandro, del telefonino che lui stava utilizzando nelle ultime settimane e sullo smartphone che si era rotto due mesi fa. I tre dispositivi sono stati sequestrati dai carabinieri della stazione di Gragnano e della sezione operativa della compagnia di Castellammare di Stabia, nell'ambito delle indagini coordinate dalla Procure di Torre Annunziata (procuratore Nunzio Fragliasso, sostituto Giuliana Moccia) e dei Minorenni di Napoli (procuratrice Maria de Luzenberger).
Messa da parte l'ipotesi dell'incidente domestico legato alla riparazione di un cavo dell'antenna tv, secondo la ricostruzione degli inquirenti Alessandro avrebbe deciso di togliersi la vita perché vessato dalla gang di cyber-bulli. Tutti più grandi lui e tutti vicini all'ex fidanzatina 14enne, lo avrebbero preso di mira per mesi con messaggi di ogni genere. Proprio in un ultimo messaggio inviato alla fidanzatina, Alessandro avrebbe annunciato il tragico proposito, messo in atto due settimane fa. Andando a ritroso di qualche giorno, poi, sono comparsi anche alcuni messaggi in napoletano, dal contenuto molto chiaro: «Meglio che ti butti giù». Se questo «invito» a farla finita, per evitare un'aggressione futura, possa aver influito sulla decisione del 13enne sarà stabilito solo dalle indagini, delicate, che non si sono mai fermate e che proseguono in maniera molto accurata e celere, per dare al più presto una verità sull'intera vicenda.