Trenta morti in un anno: le sei strade killer a Napoli e nell'hinterland, ecco dove si rischia di più

Trenta morti in un anno: le sei strade killer a Napoli e nell'hinterland, ecco dove si rischia di più
Sabato 14 Ottobre 2017, 10:01 - Ultimo agg. 15 Ottobre, 15:17
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Sulle strade di Napoli si muore l’11,3% in più rispetto alla media nazionale: nel 2016 ci sono stati 30 decessi e 3.123 feriti in 2.300 sinistri. È lo scenario che emerge dallo studio annuale Aci-Istat, che esamina il numero di incidenti, le conseguenze in termini di lesioni e decessi e i costi sociali. Confrontando i dati con quelli del 2015, si nota che il numero di incidenti è aumentato del 6% e così le lesioni (5,9%). E i decessi: il numero è salito del 7,1%. Ovvero, a Napoli, ogni 4 ore, c’è un incidente e ci sono 1,4 feriti, mentre i morti sono 1,2 ogni due settimane. 


La Doganella
Sampietrini e scie di olio è la trappola per bus e moto

Sampietri divelti dall’acqua. Le lunghe scie di olio. Le buche aperte dalla pioggia. Gli avvallamenti sulla carreggiata. Via Doganella si presenta da anni così. La vergogna nel cuore della città. La porta di accesso dei turisti dall’aeroporto di Capodichino. Meno di due chilometri dalle piste di atterraggio. A un passo dalla prima delle grandi attrazioni visive di Napoli: piazza Carlo III, il Real Albergo dei poveri. La salita della Doganella è come una impossibile scalata. Un’auto sale e si ritrova con la ruota sul sampietrino appena uscito dal suo tessuto di alveoli. Una moto sale e capita dritta sul sampietrino: la caduta è d’obbligo. Il basalto come proiettile. Il basalto come trappola. E il peggio deve ancora cominciare. Sale il bus e finisce diritto con la coppa dell’olio su un avvallamento. La scia di olio allora si inerpica fino ai semafori dell’aeroporto. Macchia dopo macchia, a destra, a sinistra, al centro. Difficile da evitare come lo zig zag e i tra buche e sampietrini. Una maledizione per chi di sera capita sopra la scia nel buio e non riesce a vedere in tempo l’insidia mortale che la strada nasconde. Eppure è la porta di accesso della bella Napoli.

La «268 del Vesuvio»
Superstrada a una corsia ma si corre come in pista 

È definita strada della morte statale 268 del Vesuvio, da tempo interessata dai lavori di raddoppio della carreggiata. Da giugno è chiuso, in entrambi i sensi di marcia, il tratto tra Somma Vesuviana-Cupa di Nola e Ottaviano-Zona Industriale. Un tratto ad alta pericolosità dove in passato si sono verificati diversi incidenti mortali. I lavori sono cominciati a giugno e non termineranno prima di dicembre. Si tratta di un lotto del progetto di raddoppio da 2 a 4 corsie. Costruita con notevole ritardo rispetto alla progettazione, la statale per lunghi tratti ha un’unica corsia e sostiene il traffico di comuni ad alta intensità abitativa, alcuni dei quali superano i 50mila abitanti (Pomigliano d’Arco, Scafati, Somma Vesuviana, Angri ,Sant’Anastasia, San Giuseppe Vesuviano e Boscoreale). Dopo i tanti incidenti mortali e in attesa del completamento del raddoppio dell’intera tratta, la polizia stradale e l’Anas hanno installato apparecchi autovelox per prevenire incidenti dovuti all’eccessiva velocità.

La Circumvallazione
Attraversamenti incontrollati è la roulette russa dei pedoni
È stato necessario addirittura chiudere un varco lungo la circumvallazione. Talmente tanti gli incidenti e le tragedie che il Comune di Giugliano ha deciso di bloccare il senso rotatorio sul tratto che collega l’asse viario al corso Campano. Una decisione che ha scatenato non poche polemiche tra gli automobilisti ma che è stata assolutamente necessaria per la sicurezza di tutti. L’incrocio vede intersecarsi 4 strade e quotidianamente è scenario di scontri e in qualche caso anche di morte. Proprio lì è deceduto Alessio Granata, un 16enne di Giugliano. Il ragazzo si trovava a bordo della sua moto quando, proprio all’altezza del quadrivio, una vettura gli tagliò la strada. Caso simile pochi chilometri più avanti a ridosso del cavalcavia dell’asse mediano che sovrasta la circumvallazione. A perdere la vita in quel caso fu Simone Aricò. Il ragazzo tornava dalla spiaggia e stava per organizzare il falò per il suo compleanno. Il giovane perse il controllo della sua vettura andando ad impattare prima contro il pilone della strada e poi contro il guardrail. Quasi illesi i suoi passeggeri. Per il ragazzo non ci fu nulla da fare. Morì sul colpo lasciando nello strazio e nel dolore i suoi parenti. Ad agosto ha perso la vita anche Rocco Orefice, 19 anni. L’asse viario che parte da Casoria e termina a Lago Patria purtroppo è spesso buio e la segnaletica non è sufficiente. Anche in questo caso le diverse intersezioni, a ridosso delle rotatorie, provocano tragici impatti.

Via Coroglio, Napoli
Il limite ridotto a 30 all’ora non ferma la catena di scontri

Nessuna strada laterale, scarsa illuminazione, strada dissestata: con queste caratteristiche, via Coroglio entra di diritto ai primi posti nella macabra classifica delle strade della morte napoletane. Nelle nottate infrasettimanali, quando non si blocca completamente per le file interminabili di automobili che si dirigono verso i locali della movida, è completamente deserta. La lunga arteria che collega Bagnoli con Posillipo è stata, anche di recente, teatro di incidenti gravissimi. La notte del 21 settembre un ragazzo di 21 anni di Materdei aveva perso il controllo della motocicletta in circostanze che restano da chiarire ed era rovinato al suolo, morendo sul colpo; soltanto una manciata di ore prima, lungo lo stesso tratto, un altro giovane era caduto in moto e nell’impatto aveva perso una gamba. La pericolosità di questa strada è già nota, tanto che il limite di velocità massimo è di 30 chilometri all’ora. Malgrado ciò, il miglio di asfalto deserto di notte e la sicurezza che nessuno possa arrivare da strade laterali sono ancora un irresistibile richiamo per chi non resiste alle accelerate. 

Montagna Spaccata
C’è la doppia carreggiata ma la sicurezza è un optional

Due carreggiate con uno spartitraffico al centro, poche intersezioni, scarso traffico di notte e pavimentazione stradale dissestata: è così che via Montagna Spaccata, a Pianura, diventa una delle strade più pericolose di Napoli. Gli incidenti sul tratto che unisce il quartiere napoletano con Pozzuoli e Quarto sono frequenti e non di rado si registrano delle vittime. Il più delle volte a causare i sinistri è l’alta velocità: sebbene via Montagna Spaccata si trovi a poca distanza dagli edifici, viene spesso utilizzata come se fosse una strada a scorrimento veloce. Ad agosto un’automobile, tamponata, è andata a sbattere contro un lampione che, cadendo, è finito su un autobus. Più di recente, a settembre, due uomini sono stati ricoverati in gravi condizioni all’ospedale di Pozzuoli: percorrendo il tratto dell’arteria nel territorio di Quarto in motocicletta, si erano schiantati contro due blocchi di cemento che chiudono la strada. Qualche anno fa, invece, nell’ottobre 2013, due giovani sono morti dopo essere andati a sbattere frontalmente contro un’automobile.

L’Asse mediano
Tante croci di giovanissimi sulla via verso mare e movida

È stata battezzata “la strada della morte”. L’asse mediano ha un alto tasso di incidenti. Una strada costruita male e messa in sicurezza ancora peggio. Alcuni tratti sono pericolosi e bui, altri caratterizzati da avvallamenti che rendono pericolosa la guida. Di morti e tragedie se ne sono registrate tantissime. Una delle ultime ha visto come protagonista la bella ballerina Marzia Formale, la giovane morta sul colpo dopo aver perso il controllo della vettura. La ragazza di Crispano si trovava in macchina con delle amiche di ritorno da una serata in discoteca a Giugliano. Pare che per una fatalità non sia riuscita a tenere fermo lo sterzo, particolare che ha provocato una frenata e un urto violento contro il guardrail. Il lungo asse viario è costellato di corone di fiori e di foto di giovani e adulti che hanno perso la vita. La poca visibilità notturna e la velocità sono le cause principali degli incidenti. La maggior parte degli impatti infatti si verifica soprattutto di notte quando è davvero complicato rendersi conto delle curve e degli avvallamenti che costellano la strada. I tratti più pericolosi sono quelli che toccano il Comune di Giugliano e quelli che vanno verso Casoria. Ad oggi, solo alcuni punti sono stati messi in sicurezza con la segnaletica, gli altri restano sforniti di adeguati cartelli. I limiti di velocità sono ben segnalati ma a quanto pare non sono sufficienti. Di sicuro c’è bisogno di maggiori dissuasori e di avvisi luminosi che allertano gli automobilisti.

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