Tribunale Napoli, si insedia Elisabetta Garzo: è la prima donna presidente

Tribunale Napoli, si insedia Elisabetta Garzo: è la prima donna presidente
Tribunale Napoli, si insedia Elisabetta Garzo: è la prima donna presidente
Giovedì 27 Febbraio 2020, 11:01 - Ultimo agg. 11:52
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Elisabetta Garzo, primo presidente donna del tribunale di Napoli, si è insediata oggi nel nuovo ufficio e ha cominciato ad esercitare le funzioni. É la prima donna ad assumere questa carica, nel capoluogo partenopeo. La cerimonia si è svolta nell'aula 114 del Palazzo di Giustizia partenopeo, che si trova nel Centro direzionale della città. Al termine della cerimonia, a cui hanno preso parte, tra gli altri, il presidente della Corte di Appello De Carolis, il procuratore generale Riello e il procuratore Melillo, e i rappresentanti dell'Avvocatura, un lungo applauso ha salutato l'assunzione della carica da parte di Elisabetta Garzo, già reggente nel Tribunale di Napoli Nord. Il neo presidente del Tribunale di Napoli, tra i più grandi d'Italia, succede ad Ettore Ferrara (andato in pensione) che, fino ad oggi, è stato sostituito dal magistrato Dario Raffone, nella veste di presidente ad interim.

Il Csm per la prima volta nomina una donna alla guida del tribunale di Napoli

Prima presidente di sezione ai Tribunali di Santa Maria Capua Vetere e di Vallo della Lucania, dal 2014 Garzo era al vertice del Tribunale di Napoli Nord (Aversa).


«Nel rispetto della Costituzione» e per «rispetto nei confronti della collettività, si deve dare giustizia in tempi brevi: non si può continuare a mantenere sui ruoli processi ultradecennali, nel settore civile e penale. I cittadini chiedono una risposta di giustizia» ha detto Garzo che oggi ha giurato, nel corso di una cerimonia che si è svolta in una gremitissima aula, la 114, del Palazzo di Giustizia partenopeo. La neo presidente ha anche evidenziato anche che «non si può avere la superbia di pensare di decidere sempre bene: fortunatamente - ha spiegato - il nostro sistema giudiziario riconosce la possibilità di appellare le sentenze», «meglio avere una pronuncia che dia comunque una prima definizione che continuare a vivere in una situazione di perenne incertezza, di rinvii e di dubbi sul futuro».

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