Truffe agli anziani a Napoli: c'è una nuova gang in azione a Chiaia

Truffe agli anziani a Napoli: c'è una nuova gang in azione a Chiaia
di Leandro Del Gaudio
Giovedì 10 Dicembre 2020, 10:00 - Ultimo agg. 15:17
4 Minuti di Lettura

Sono tornati, con tutto il carico di perfidia, pronti ad arrecare una buona dose di ansia alle persone anziane, mai come in questo periodo isolate e vulnerabili. Sono quelli delle truffe telefoniche, gente capace di ingannare persone che hanno superato una certa età, che hanno perso i pochi contatti familiari - causa covid - e che sono facilmente inclini alla suggestione. Via D'Isernia, via Ruiz, corso Vittorio Emanuele, via Petrarca. In poche settimane sono almeno quattro i casi di persone vittime di truffe, grazie a un sistema organizzato da una banda che conosce bene il territorio, o meglio, che conosce bene le persone che abitano in certi contesti, al punto tale da schedare numeri di telefono, abitudini quotidiane, parentele prossime. 

È accaduto nella stessa strada almeno un paio di volte. Si sono fatti consegnare soldi e gioielli, usando il metodo del filo telefonico. Un sistema elementare che, purtroppo, due volte su dieci funziona ancora. Ecco il loro modo di procedere, sempre rimanendo alle ultime vicende denunciate: fanno una telefonata alla persona anziana e pronunciano poche parole, partendo dal nome del figlio, del nipote, insomma di una persona cara.

In genere, il truffatore si esprime bene in italiano, non ha una cadenza dialettale, conosce alcuni particolari della vita familiare dell'anziano di turno. Magari si spaccia per avvocato e pretende la restituzione di soldi, dopo un fantomatico incidente stradale o in vista di una consegna di computer, documenti, farmaci. C'è un primo punto su cui conviene riflettere. Qui, in azione ci sono bande, non cani sciolti. Bande che presidiano interi spaccati di quartiere, che riescono a disporre in poco tempo di informazioni utili legate alle vittime da aggredire. C'è il finto avvocato che si propone per una conciliazione bonaria, c'è lo pseudo porter che recapita consegne di documenti o computer, mentre in questo mondo si muovono anche altri personaggi, complici esterni di una trama informativa e prezzolata. 

 

C'è una caratteristica comune degli ultimi episodi di truffa messi a segno tra via D'Isernia e via Ruiz e riguarda l'acquisizione di informazioni. Partiamo da una domanda: come facevano a conoscere il nome del figlio o della persona cara alla vittima? Chi gliele ha fornite quelle poche informazioni sensibili utili a turbare una persona anziana? C'è molto mestiere in questi sciacalli, che il più delle volte agiscono di rimessa, aspettando che la preda faccia un passo falso, magari pronunciando al telefono e involontariamente il nome del proprio figlio o nipote.

In altre occasioni invece alcune informazioni vengono reperite grazie alla complicità di persone che stazionano nei pressi di bar, negli studi medici o nelle scuole. Fanno da «pali», da «informatori», riescono ad accedere a un numero di telefono o alla parentela prossima dell'obiettivo da colpire. Ma restiamo agli ultimi casi consumati in questi giorni. C'è chi ha notato una sorta di analogia, almeno stando alle denunce della prima ora. C'è un numero di telefono che è stato usato in più occasioni, per contattare alcune persone anziane e sondare una certa disponibilità al dialogo. Ecco il numero segnalato a Il Mattino: 334-2979..., si tratta di una scheda usa e getta usata di recente per contattare alcune persone alla linea telefonica fissa delle rispettive abitazioni. Anche in questo caso si parte da una domanda: come facevano a conoscere i numeri delle utenze domestiche? Dove hanno reperito queste informazioni, in mancanza di un elenco telefonico? Possibile che certi dati siano stati reperiti tramite studi medici in zona, sempre grazie al lavoro subdolo di alcuni personaggi che stazionano nei punti chiave. 

Sono le indagini condotte di recente dai carabinieri del comando provinciale ad aver svelato il sistema delle truffe a domicilio. C'era chi indicava potenziali obiettivi, chi acquisiva informazioni, chi entrava in azione. E c'è un altro punto su cui conviene prestare attenzione: dopo aver allarmato la vittima al telefono (lo ripetiamo: spacciandosi per avvocati o forze dell'ordine), il truffatore resta in linea, non attacca la conversazione, aspettando che l'anziano componga un nuovo numero, magari per contattare il figlio o il parente citato nella precedente conversazione. È a questo punto che dall'altra parte del telefono, c'è chi tesse la propria trama alle spalle di una persona indifesa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA