Truffe bonus ed estorsioni,
le varianti del covid in Campania

Truffe bonus ed estorsioni, le varianti del covid in Campania
di Daniela De Crescenzo
Martedì 1 Marzo 2022, 11:43
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Tocca alla Campania il record delle interdittive alle imprese sospette di infiltrazioni mafiose: è solo uno dei dati, tutti preoccupanti, che emerge dal dossier La tempesta perfetta 2022. La variante criminalità presentato dall'associazione Libera e dalla rivista La via libera e curato da Francesca Rispoli, Peppe Ruggiero, Davide Pati e Alberto Vannucci.

Si parte da una premessa: «Mentre assistiamo alle mutazioni del virus e sulla efficacia dei vaccini necessari a debellare le diverse varianti, c'è una nuova variante, silenziosa, che in questi due anni sta infettando il tessuto economico e sociale del Paese offrendo un'incredibile occasione di guadagno. È la variante criminalità». I sintomi del nuovo male si mostrano attraverso alcuni reati spia come le frodi informatiche, o le truffe sui ristori e sui bonus edilizi, ma si individuano anche analizzando i dati sulle aziende in crisi e a rischio fallimento. I numeri mostrano un'economia devastata dalla criminalità. Per ognuno dei cosiddetti reati spia gli autori collocano le regioni in zona rossa, arancione e gialla, proprio come accade per il virus, e la Campania si muove sempre tra il rosso e l'arancione.

Nel periodo pandemico i prefetti italiani hanno firmato 3.919 interdittive antimafia nei confronti di altrettante imprese, alle quali è stato perciò impedito di partecipare ad appalti pubblici.

Dal 1 gennaio 2020 al 31 ottobre 2021 si è viaggiato alla media di 178 segnalazioni al mese con un incremento percentuale del 33 per cento rispetto al biennio 2018/2019. In termini assoluti il maggior numero di interdittive ha colpito la Campania (929) seguita dalla Calabria (914), dalla Sicilia (466) e dall'Emilia Romagna (321). E a proposito di infiltrazioni in attività produttive, le difficoltà incontrate hanno reso, infatti, il settore turistico un boccone appetibile per i capitali mafiosi: in Campania (e soprattutto tra Napoli e Provincia ) gli esercizi a rischio, secondo il dossier di Libera, sarebbero ben 1098. In crescita anche le operazioni sospette ai fini del riciclaggio. L'Uif (l'Unità di iformazione finanziaria per l'Italia della Banca d'Italia) tra il 2020 e il 2021 ne ha segnalate 252.711 con transazioni che raggiungevano i 91 miliardi. Di queste 4.073 (per un valore complessivo di più di 10 miliardi) si muovevano in contesti legati alla pandemia.

L'analisi dei dati rileva anche un boom di incremento dei delitti informatici durante il biennio della pandemia (+39 per cento) con ben 14 regioni in zona rossa dove la Campania centra un incremento del 56 per cento. Ma è l'edilizia, con i bonus promossi in più riprese dai governi Conte e Draghi, il settore su cui la camorra si è mossa con maggiore pervasività, attivandosi in truffe sugli incentivi che nelle sue mani sono diventate anche un ottimo strumento di riciclaggio. Del resto il settore edile è da sempre tra quelli più interessanti per la criminalità organizzata. Non a caso, come dimostra un report realizzato dalla Direzione centrale della Polizia in collaborazione con l'Eurispes, nel 2021 sono state emesse ben 224 interdittive antimafia proprio in questo settore. E grazie ai bonus, i boss hanno fatto un altro passo in avanti: non solo incassano i soldi, ma ricevendoli dallo Stato li rendono così puliti che più puliti non si può. «Fonti giudiziarie - si legge nella ricerca di Libera - rivelano un sospetto interessamento di società conducibili a personaggi legati a cosche di camorra e ndrangheta, per acquistare crediti di imposta con soldi sporchi, così da riciclarli con la successiva monetizzazione». Caso emblematico la superfrode da 110 milioni individuata dalle Fiamme gialle campane coordinate dalla procura di Napoli. Gli imprenditori operavano in Abruzzo, Calabria, Campania, Friuli, Lazio, Lombardia, Piemonte e Veneto proponendo ristrutturazioni a costo zero per poi sparire incassando in proprio i finanziamenti.

Le false certificazioni sono state uno dei campi specifici di azione dei boss campani nei tempi della pandemia. Già nel 2020 i carabinieri di Napoli avevano ricostruito un business legato alla contraffazione di certificazioni anti-Covid praticata da un'agenzia di viaggi legata al clan Stolder che avrebbe fornito, per la maggior parte a cittadini stranieri, la falsa attestazione di tampone molecolare con esito negativo. Certificazioni contraffatte sarebbero state acquistate anche dalla figlia e dal genero del capoclan Patrizio Bosti per poter volare a Dubai. E diverse centrali del falso sono già state individuate tra Napoli e provincia.

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