Tumori infantili nella Terra dei fuochi. Lo studioso Fusco:«Report falsato, l’Istituto ha omesso altri dati»

Tumori infantili nella Terra dei fuochi. Lo studioso Fusco:«Report falsato, l’Istituto ha omesso altri dati»
di Lorenzo Iuliano
Martedì 12 Gennaio 2016, 09:04 - Ultimo agg. 14:34
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Il dottor Mario Fusco è una furia. Lui è il responsabile del registro tumori dell’Asl Napoli 3 Sud ed è lo studioso che ha fornito i dati all’Istituto superiore di sanità. «Ma il loro report dice il falso – accusa - Il fenomeno dell’eccesso e dell’incidenza di mortalità generale e infantile non riguarda solo i 17 comuni dell’Asl Napoli 3 Sud della Terra dei fuochi, ma anche gli altri 18 comuni di competenza, che non rientrano in quella etichetta. Io ho fornito tutti i dati, ma sono stati omessi».

Dottore Fusco, sta dicendo che l’Iss ha sbagliato?
«Premesso che non è mia intenzione sminuire in alcun modo né lo studio né l’allarme sulla criticità ambientale in Campania, faccio notare che la popolazione cerca un untore a qualunque costo, che in questo momento si chiama Terra dei fuochi. Il corretto compito è indagare tutte le possibili cause della eccessiva mortalità per tumore, compreso l’ambiente, ma non esclusivamente. Quell’eccesso riguarda pure altre zone e al momento non è legato a un chiaro fattore ambientale. Piuttosto è da ascrivere principalmente al mancato o ritardato accesso alle cure oncologiche e alla loro qualità. Fermo restando che è indubbio che ci sia un problema ambientale in questo territorio, che va affrontato segnalando anche le responsabilità. Ma io dico no ai corvi».
Non condivide l’allarme dell’ultimo report?
«Non siamo di fronte a nuovi dati. Il rapporto è del maggio 2014, reso però disponibile sul sito solo di recente. E ha alcune criticità già sollevate da me: le modalità di comunicazione; la parzialità e incompletezza dei dati e anche l’applicabilità del metodo dello studio “Sentieri” al contesto ambientale della Campania. La presentazione del rapporto sarebbe dovuta essere accompagnata da un’attenta e chiara illustrazione, mirata ad evidenziare lo scopo del rapporto e anche i limiti. Averlo invece inserito sul sito dell’Iss accompagnato solo da un comunicato ha provocato un allarme generalizzato. Un allarme che comunque io non vedo affatto. La mortalità non è indicatore di rischio oncologico, ma, ripeto, solo di ritardato accesso alle cure o della qualità. L’unico indicatore di rischio è l’incidenza oncologica, ovvero i nuovi casi che si registrano ogni anno, non quelli di dieci anni fa».
Altre critiche?
«La principale sta nell’errore macroscopico e reiterato di identificare un’intera area di 55 comuni e circa 2 milioni e mezzo di abitanti come fosse esposta a un unico fattore di rischio, uguale per tutti, quando invece non è così nella realtà, perché la criticità ambientale in Campania è caratterizzata da una diversità di tipologie di sversamenti e di sostanze e dalla vicinanza o meno delle persone esposte al sito. Invece qui si fa di tutto l’erba un fascio. E poi è grave non aver detto che l’eccesso di mortalità non riguarda solo l’area della Terra dei fuochi, ma anche altre zone della regione».
Cosa va fatto allora?
«L’unica proposta scientificamente e metodologicamente corretta per fare chiarezza è quella portata avanti dal registro tumori dell’Asl Napoli 3 Sud: indagare il possibile rischio ambientale non per macro aree ma per micro aree. Noi lo stiamo facendo in qualità di consulenti della commissione Igiene e sanità del Senato. Abbiamo geolocalizzato i casi di incidenza e poi con l’Arpac anche i siti di sversamento illegale, così saremo in grado di dare un quadro mirato e dettagliato del reale livello di rischio».
Ma dopo l’«incidente» avete interrotto la collaborazione con l’Iss?
«Sì, quella omessa dichiarazione da parte dell’Istituto sulla reale estensione dell’eccesso di mortalità tumorale è stata oggetto di una violenta polemica scientifica e tra noi non c’è più intesa».
Ora però la dottoressa Musmeci dell’Iss ha fatto «mea culpa» nelle sue dichiarazioni al «Mattino», si può aprire un nuovo dialogo?
«È sicuramente un atto importante e apprezzabile. Ovviamente ci incontreremo ancora, ma vorrei aggiungere che dai dati del 2014 ad oggi l’Iss non ha fatto più nulla».

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