Tumori a Napoli, dati choc: in crescita polmone e colon, donne più colpite

Tumori a Napoli, dati choc: in crescita polmone e colon, donne più colpite
di Ettore Mautone
Domenica 3 Febbraio 2019, 09:00
4 Minuti di Lettura
È ufficialmente in pista il registro tumori della Asl Napoli 1, l'ultimo che ancora mancava all'appello dei 7 attivati in Campania negli ultimi anni (compreso quello pediatrico del Santobono). Per la prima volta la città dispone di dati certi e verificati, relativi all'incidenza e mortalità per cancro dei cittadini residenti. I numeri, relativi al triennio 2010-2012, non sono stati ancora presentati e divulgati in quanto si attende che sia chiuso il complesso lavoro di comparazione epidemiologica con le altre province e con le macroaree del Paese (Nord, Centro e Sud Italia). Un lavoro che durerà ancora alcuni giorni. Siamo tuttavia in grado di anticipare, con le dovute cautele, il quadro d'insieme che ne emerge. La situazione rimanda alla presenza, a Napoli, di un'incidenza, ma soprattutto di una mortalità per tumori, piuttosto elevata. Presumibilmente paragonabile a quella delle altre aree critiche della regione. Picchi che riguardano soprattutto i tumori del colon retto, del polmone (nelle donne ma anche tra i non fumatori), della mammella, della cervice uterina, delle ovaie e del melanoma.
 
Dati, tuttavia, che in questa fase vanno letti con molta attenzione e prudenza. La elaborazioni statistiche non sono ancora complete e i numeri, in valore assoluto, diventeranno decifrabili solo a valle del raffronto con le altre aree della regione e delle macroaree del Sud, del Centro e del Nord. È presumibile che Napoli, da città con poche fabbriche, si allinei, come è stato rilevato in altri Comuni della Campania, con le aree più industrializzate del Nord, perdendo l'antico vantaggio legato a una salubrità dell'ambiente e a stili di vita che progressivamente hanno fatto spazio ad abitudini dannose riguardo al fumo e alla qualità e quantità dell'alimentazione. Questo lavoro di messa a fuoco dei dati è molto complesso e servono i confronti per stilare la mappa reale della situazione.

Del resto Napoli con quattro aree territoriali, Soccavo e Pianura, Bagnoli e Fuorigrotta, Ponticelli e Barra e Scampia, è inserita a pieno titolo nel recinto dei 90 Comuni di Terra dei fuochi. Va anche detto che l'arco temporale di riferimento è di soli tre anni e risale al 2012 quando le politiche di contrasto (screening e prevenzione) e quelle di cura (Piano oncologico) erano del tutto assenti. Dunque c'è da aspettarsi un aumento di mortalità di tutti i tumori legati agli screening che mancavano. Solo con la copertura di almeno un quinquennio delle rilevazioni epidemiologiche si potrà, inoltre, avere un dato statisticamente attendibile. Lavoro che sarà completato nell'arco del 2019 per allinearsi, entro il 2020, con il dato attuale.

Intanto proprio ieri, agli Incurabili, in una riunione tecnica tra medici di famiglia, oncologi, chirurghi e radiologi, è stato tracciato il punto del piano oncologico della Asl Napoli 1. L'azienda metropolitana affila le armi per migliorare azioni ed esiti nelle attività di prevenzione, diagnosi e cura delle neoplasie. Oltre 150 addetti ai lavori si sono confrontati dal basso per migliorare l'organizzazione e affrontare nodi e problemi. Un incontro promosso da Marco De Fazio, primario chirurgo degli Incurabili (ospedale che si configura come polo oncologico della Asl con una vocazione specifica per colon, mammella e fegato anche in chiave di contrasto alla migrazione sanitaria), Tiziana Spinosa, direttore del distretto di Fuorigrotta e responsabile del Piano di screening della Asl, e Gino Leopaldi, oncologo proveniente dall'Ascalesi, attualmente in parcheggio all'Ospedale del mare ma destinato a rinforzare l'offerta assistenziale degli Incurabili. Qui potrebbe sorgere anche una nuova Unità di assemblaggio dei farmaci antiblastici. In prospettiva, infatti, se l'Ospedale del mare diventasse autonomo e aggregato al Cardarelli (che rientra tra le ipotesi future) sarebbe inutile realizzare un doppione di questa unità altamente tecnologica e agli Incurabili si potrebbe realizzare, con i 600mila euro già nel piatto, la unità di lavorazione dei chemioterapici.

Presenti in massa anche i medici di famiglia che, nonostante i limiti e le difficoltà della piattaforma informatica Saniarp, sono chiamati a rimboccarsi le maniche, arruolati pienamente nel decollo degli screening in atto e deputati a indirizzare i pazienti lungo i percorsi diagnostici assistenziali potenziati in tutti i quartieri della città. Identificata l'offerta interna per la chemioterapia, la radioterapia e la chirurgia, la Asl può insomma competere e affiancare, nei livelli di assistenza, i grandi centri clinici attrattori come il Pascale, i Policlinici e il Monaldi. Il nodo da sciogliere? La carenza del personale medico e infermieristico. Nodo che la Asl potrà sciogliere con il piano di assunzioni previste nel prossimo triennio e tarate in circa 4 mila unità chiamate a colmare le tante lacune della rete ospedaliera e distrettuale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA