Estate a Napoli, l'ira degli albergatori: «Campania assente dagli spot tv»

Estate a Napoli, l'ira degli albergatori: «Campania assente dagli spot tv»
di Gennaro Di Biase
Venerdì 9 Luglio 2021, 00:00 - Ultimo agg. 18:46
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Marketing e turismo: arriva l’allarme delle associazioni di categoria dell’incoming, da Federalberghi ad Abbac, passando per la Fiavet. Il coro è unanime nel denunciare «l’assenza di una campagna promozionale per incentivare i vacanzieri» a scegliere Napoli e la Campania per l’estate 2021. L’allarme cade in una stagione post-pandemica già difficile, a causa di una torta di mercato ridotta in gran parte al solo turismo nazionale o di prossimità.  

Le Marche hanno ingaggiato addirittura l’uomo del momento, il ct dell’Italia Roberto Mancini, come testimonial degli inviti ai vacanzieri. La Romagna manda in onda pubblicità con la fortunata hit «Musica Leggerissima». La Puglia ha sommerso di spot gli schermi di Roma Termini e non solo. Bene anche il marketing siciliano, abruzzese e del Trentino. Per la Campania, al contrario, nessuno spot. Oltretutto, la torta dei vacanzieri è piccola, per lo più rivolta agli italiani. Al quadro va aggiunta l’ordinanza regionale sulle mascherine all’aperto, che di certo non ha invogliato tutti i visitatori. A rischio - secondo una stima di Federalberghi Napoli - c’è il mancato raggiungimento del «50% di occupazione camere raggiunto l’estate scorsa in città». Niente spot di «Campania sicura», niente slogan «Covid free» (se si escludono campagne cartellonistiche comunali). Il pensiero delle associazioni, a riguardo, non lascia spazio a interpretazioni. «Napoli sta perdendo terreno in questa fase di rilancio del turismo. Sta mancando una campagna promozionale che invece regioni, nostre dirette competitor, stanno attuando già da tempo - dice Antonio Izzo, presidente di Federalberghi Napoli - Puglia, Sicilia, Trentino o Marche hanno “invaso” aeroporti e stazioni con spot, video e cartellonistica.

Una scelta vincente. Per luglio ormai si può fare poco anche se, per fortuna, dovremmo ripetere i numeri di occupazione camere del 2020, non eccezionali, ma almeno con segnali di ripresa. Numeri agevolati da alcuni eventi di spessore che si terranno a fine mese come il G20. Ma non basta: potremo vedere le conseguenze negative di questa ridotta attività promozionale soprattutto ad agosto e settembre, che l’anno scorso fecero respirare un po’ il comparto. I risultati dell’estate 2020 a oggi sono ancora lontani».

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«Mentre la vicina Puglia bombarda gli italiani con spot e narrazioni e la Sicilia offre la terza notte gratis, la Campania non si rende visibile in alcun modo - dichiara il presidente Abbac Agostino Ingenito - Preoccupano gli effetti delle varianti, le restrizioni da alcuni Paesi esteri, ma gli operatori turistici devono sperare solo in queste poche settimane, visto che si è persa la primavera che rappresenta il 30% dei fatturati». I rischi di perdere presenze, in sostanza, sono alti specialmente in prospettiva. Infatti, come emerso dalla Bmt, gli operatori puntano su un’«alta stagione allungata fino a novembre». «Dall’arrivo di Casucci c’è stato un cambio di passo con misure a sostegno delle imprese – esordisce Maurizio Maddaloni, delegato di Fiavet Campania e Basilicata - ma manca una strategia di riposizionamento del prodotto napoletano e campano sui mercati nazionali e internazionali. Manca del tutto un piano di comunicazione, fatto invece da altre regioni. Marche, Puglia, Sicilia, Veneto si sono mosse in tempo soprattutto sul mercato nazionale. Anche la Basilicata si è mossa bene, e ci si aspetta una buona stagione. La mancata promozione potrebbe costare fino al 20% di mancate prenotazioni in Campania». 

«La Campania è stata presente alla Bmt con ben 500 mq espositivi - ricorda invece Angioletto De Negri, imprenditore dell’incoming e fondatore della Bmt - E ringrazio la Regione per aver permesso di ospitare ben 70 operatori stranieri. La Bmt è stata un trampolino mediaticamente eclatante per Regioni che sono venute a promuoversi per la prima volta da noi come Lombardia, Trentino, Friuli, Piemonte, Val d’Aosta e Sicilia. Lo Stato, e non la Regione, deve investire sulla promozione. Serve defiscalizzare la pubblicità, in questa fase. O finanziare sconti, magari con notti gratis». 

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