Turismo & cemento in Costiera:
bufera sui lavori con fondi Invitalia

Turismo & cemento in Costiera: bufera sui lavori con fondi Invitalia
di Ilenia De Rosa, Dario Sautto
Venerdì 15 Gennaio 2021, 09:51
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Dubbi sulle procedure e sulle autorizzazioni che hanno permesso ad alcune strutture turistiche e ricettive di ottenere fondi Invitalia per effettuare lavori che potrebbero anche essere abusivi. C'è un pool di magistrati che sta lavorando alla maxi inchiesta coordinata dalla Procura di Torre Annunziata che coinvolge il Comune di Vico Equense, alcuni hotel, ristoranti e lidi balneari, che negli ultimi anni hanno usufruito dei fondi a pioggia presentando progetti che prevedevano ampliamenti delle strutture e nuove assunzioni. Finanziamenti che Invitalia concedeva ad associazioni di imprese tutte con sede nello stesso Comune. Oltre 20 milioni di euro sarebbero arrivati, nei mesi scorsi, soltanto a Vico Equense, dove i lavori sono partiti già in primavera e sono proseguiti per tutta l'estate.


I SOPRALLUOGHI

La denuncia presentata nei mesi scorsi dal WWF Terre del Tirreno e da Italia Nostra aveva spinto la Procura guidata dal procuratore Nunzio Fragliasso ad aprire un'inchiesta ed avviare approfondimenti sull'intera vicenda.

Ieri mattina, su delega della Procura, i carabinieri hanno acquisito tutta la documentazione negli uffici del Comune di Vico Equense ed effettuato i primi sopralluoghi nei cantieri ancora attivi. L'ipotesi della Procura è che tutti quei lavori non potessero mai essere autorizzati e per giunta hanno usufruito di finanziamenti pubblici per la realizzazione di abusi edilizi.


Molto dettagliato era l'esposto che circa 7 mesi fa Wwf e Italia Nostra hanno presentato alla Procura di Torre Annunziata riguardo ad autorizzazioni ritenute irregolari e che ieri ha creato la bufera. Si tratta di permessi rilasciati dal Comune di Vico Equense a strutture ricettive del territorio relativi a interventi di ampliamento di cubature, finanziati da Invitalia. Tra questi, dei veri e propri lavori di trasformazione edilizia di alcuni complessi turistici. A luglio, sul caso, anche un'interrogazione parlamentare a firma di Luigi Gallo, del M5s, con l'obiettivo di verificare se quegli interventi autorizzati dall'ente pubblico fossero conformi alle norme urbanistiche e paesaggistiche.


I principali dubbi di Wwf e Italia Nostra si riferiscono alla legittimità delle opere edilizie di un albergo che si trova nel centro cittadino di Vico Equense, struttura ricettiva con terrazze e balconi che affacciano sul vallone del Rivo d'Arco. «Sono opere autorizzate da tutti gli uffici ma che, a ben vedere, non si sarebbero mai potute avallare ai sensi delle normative vigenti spiega Claudio d'Esposito, presidente del Wwf Terre del Tirreno . I lavori hanno comportato la realizzazione di un'enorme area terrazzata con sottostanti volumi. Un intervento che ha destato perplessità considerando che l'albergo ricade in zona 1/b del Put per la quale la normativa di piano paesistico, all'articolo 17, esclude ogni possibilità di nuova edilizia privata o pubblica consentendo soltanto previa verifica di legittimità della costruzione e di compatibilità idrogeologica unicamente interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia a pari superficie e volume con vincolo di sedime». 


Sotto i riflettori della Procura oplontina sono andati a finire anche i lavori di un albergo di Faito, di un ex ristorante distrutto in parte da un incendio negli anni scorsi ancora di altre strutture ricettive sul litorale, il cui permesso rilasciato dal Comune non si è limitato a sanare gli immobili esistenti oggetto di una domanda di condono edilizio bensì avrebbe autorizzato in alcuni casi la costruzione ex novo di edifici totalmente differenti.

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