Turista stuprata nel Napoletano, i giudici: «La vittima ha detto la verità»

Turista stuprata nel Napoletano, i giudici: «La vittima ha detto la verità»
di Dario Sautto
Sabato 17 Novembre 2018, 15:00
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«Viene meno il pericolo di inquinamento probatorio» ed è scarso quello della recidiva. Per questo motivo i cinque ex dipendenti dell'Alimuri di Meta di Sorrento potranno attendere ai domiciliari l'inizio del processo, fissato tra meno di una settimana dinanzi al tribunale di Torre Annunziata. Antonino Miniero, Raffaele Regio, Gennaro Davide Gargiulo, Francesco Ciro D'Antonio e Fabio De Virgilio sono accusati, con altri tre colleghi (a piede libero ci sono Catello Graziuso, Vincenzo Di Napoli e Francesco Guida), dello stupro di gruppo di una turista inglese, avvenuto a ottobre 2016 nella classica «last night», l'ultima notte di soggiorno della donna e della figlia. Per tutti loro, il pm Mariangela Magariello ha chiesto il giudizio immediato, subito dopo l'incidente probatorio che ha visto confermare tutte le accuse agli ex camerieri.
 
Lo scorso 24 ottobre, il Riesame li aveva scarcerati su richiesta del collegio difensivo (formato dagli avvocati Alfredo e Mariorosario Romaniello, Francesco Tiriolo, Vincenzo Ezio Esposito, Mauro Amendola, Antonio Russo e Francesco Iaccarino) ma da ieri sono note le motivazioni. «La vittima è credibile e coerente» spiegano i giudici. Sull'attendibilità della donna era stato puntato il dito da parte dei difensori, che avevano depositato alcuni documenti. Tra questi, il libro che la 50enne del Kent aveva scritto nel 2017, durante le indagini, e che raccontava proprio di un'altra violenza subita quando aveva 9 anni. Gli inquirenti stavano ricostruendo quanto accaduto a Meta la notte tra il 6 e 7 ottobre dell'anno precedente. La donna era stata «abbordata» insieme alla figlia: a loro era stato offerto un drink con la classica droga dello stupro (Z-drugs e benzondiazepine).
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