Uccisa a Caivano, migliaia di like per Ciro: «Siamo tutti con te». Rabbia contro i giornalisti

Uccisa a Caivano, migliaia di like per Ciro: «Siamo tutti con te». Rabbia contro i giornalisti
Uccisa a Caivano, migliaia di like per Ciro: «Siamo tutti con te». Rabbia contro i giornalisti
Lunedì 14 Settembre 2020, 13:43 - Ultimo agg. 15 Settembre, 17:46
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Un abbraccio social per Ciro Migliore, il 22enne transgender rimasto ferito nell'incidente mortale che ha tolto la vita alla compagna Maria Paola Gaglione, 18 anni: un incidente provocato dal fratello della ragazza che non accettava la loro relazione, che andava avanti da tre anni. Un vero e proprio boom di like, quasi 38mila, per le parole che Ciro ha indirizzato a Maria Paola: un abbraccio virtuale, arrivato non solo dal mondo Lgbt, ma anche da tanti cittadini di Caivano, e dello stesso Parco Verde, da dove provenivano i due giovani, che però da un po' si erano trasferiti ad Acerra perché la famiglia della 18enne non accettava la relazione.

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Tanti post di solidarietà e sostegno a Ciro, ferito dal fratello di Maria Paola. «Non mollare, fallo per lei che non c'è più». «Forza Ciro, siamo tutti con te». «Maria Paola - scrive un utente di Caivano - amava 'una' che si sentiva 'uno' e che si faceva chiamare con un nome da maschio! E allora? Qual é il problema? 'Una' o 'Uno' che fosse, era una persona e questo basta e doveva bastare a tutti così come bastava a Lei, alla povera Maria Paola! Cosa abbiamo perso con questa 'storiaccia' da periferia degradata e degradante? Ancora una volta la possibilità di distinguerci ed evolverci!».



Dalla piazza virtuale emerge la rabbia del mondo Lgbt, che si indirizza verso Michele Antonio Gaglione, fratello di Maria Paola, arrestato per l'omicidio della ragazza, e la stampa, colpevole di «raccontare le cose in modo sbagliato, senza alcuna sensibilità». «Le parole - si legge su un altro commento a firma del profilo therightsyougive - sono davvero la nostra arma più potente, e non è un caso se certo giornalismo da 4 soldi abbia deciso di riportare questa vicenda in modo sbagliato, non dando le giuste informazioni e infangando la dignità di due persone. Scrivere di proposito sbagliando nomi e pronomi è un'ulteriore vergognosa mancanza di rispetto a chi ha appena perso la vita e a chi ha appena perso la persona che amava». 

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