Uccisa dal fratello per una relazione gay a Napoli: «Volevo darle una lezione, era infettata»

Uccisa dal fratello per una relazione gay a Napoli: «Volevo darle una lezione, era infettata»
Domenica 13 Settembre 2020, 11:53 - Ultimo agg. 17:20
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 «Volevo darle una lezione, non ucciderla. Ma era stata infettata». Lo ha detto ai carabinieri, secondo quanto riferito, Michele Antonio Gaglione, fermato per la morte della sorella Maria Paola a Napoli. Inizialmente rispondeva di lesioni personali, morte come conseguenza di un altro delitto e violenza privata, ma la sua posizione si è aggravata e il 30enne è finito in cella per omicidio preterintenzionale e violenza privata aggravata dall'omofobia.
 

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Il giovane ha inseguito la sorella e la compagna per parecchi minuti, cercando con i calci di farle cadere dallo scooter in corsa, poi in una curva, il mezzo con a bordo le due ragazze, colpito dalla furia del giovane, ha perso aderenza finendo fuori strada; Maria Paola è finita su un tubo per l'irrigazione, che le ha tranciato la gola, l'amica, che da un po' di tempo si fa chiamare Ciro, è stata più fortunata perché è finita sul selciato senza però sbattere contro alcun ostacolo, ed è ora ricoverata in ospedale. Sono questi, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, gli ultimi attimi di vita della 20enne morta nella notte tra venerdì e sabato; il fratello, disoccupato, residente al Parco Verde di Caivano, che dopo aver speronato le ragazze e averle fatte uscire fuori strada, si è anche fiondato su Ciro pestandola, mentre la sorella era ormai morta, è stato arrestato poco dopo. 

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