Ucciso a Capodanno a Napoli, la famiglia di Nicola si ribella: «Non pagheremo 18.600 euro di spese processuali»

Ucciso a Capodanno a Napoli, la famiglia di Nicola si ribella: «Non pagheremo 18.600 euro di spese processuali»
di Oscar De Simone
Sabato 26 Settembre 2020, 11:40 - Ultimo agg. 27 Settembre, 08:30
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Si rivolge direttamente al presidente della Repubblica Valentina Sarpa che a 11 anni dalla morte del fratello Nicola, si ritrova a vivere un incubo. Dopo la tragedia di quella maledetta notte di capodanno, in cui la figlia di un boss dei Quartieri Spagnoli esplose il colpo mortale, la beffa della richiesta di pagamento delle spese processuali. Un “conto” richiesto alla stessa famiglia della vittima a causa dell'impossibilità da parte dell'assassina, condannata ad otto anni di reclusione, di poter assolvere al debito. 

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«Risulta nullatenente – afferma Valentina – e per questo dovremmo pagare noi. Tutto questo è assurdo e lo viviamo come un secondo delitto. Noi siamo le vittime e non i carnefici. Siamo convinti che si tratti di un errore e per questo chiediamo nuovamente giustizia, rivolgendoci al presidente Mattarella. Non possiamo credere che nonostante tutto tocchi a noi pagare questi 18.600 euro per le spese processuali. Rimaniamo in attesa di una risposta da parte dello stato che adesso, deve dimostrare di starci ancora una volta accanto. Deve farlo così come lo sta facendo il resto della città che da subito si è schierata dalla parte nostra e di mio fratello».
 

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Anche l'avvocato della famiglia Sarpa, Angelo Pisani, ritiene sconsiderata questa richiesta. Un sollecito di pagamento su cui lo stesso legale, spera si possa agire con una revisione della normativa. «Sono sicuro – afferma Pisani – che l'istanza all'Agenzia delle entrate e al presidente della Repubblica sarà accolta. Sarà sicuramente di un errore della cancelleria e delle segreterie, commesso da qualcuno che non avrà letto gli atti e che quindi non si sarà reso conto che quella tassa non poteva essere applicata alla famiglia della vittima. Noi continueremo a fare il nostro dovere chiedendo che si intervenga subito, anche perchè è una storia assurda. Se dovesse passare il messaggio che a pagare sono le vittime anziché i carnefici, nessuno più chiederà giustizia».

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