Omicidio a Napoli, il 77enne Antonio Volpe era già scampato a un raid: 12 colpi, riuscì a sopravvivere

Omicidio a Napoli, il 77enne Antonio Volpe era già scampato a un raid: 12 colpi, riuscì a sopravvivere
di Giuseppe Crimaldi
Lunedì 15 Marzo 2021, 23:55 - Ultimo agg. 16 Marzo, 13:06
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Sabato notte a Ponticelli, ieri sera a Fuorigrotta. Camorra padrona della città: due omicidi in meno di 48 ore. E le stelle stanno a guardare: chiedendosi dove siano i controlli in strada a Napoli nelle ore di un «coprifuoco» che costringe a rinchiudersi in casa ragazzi, uomini donne e persone perbene, commercianti costretti ad abbassare le saracinesche nel rispetto del lockdown mentre invece gentaglia armata di pistola riesce a girare impunita e ad uccidere. Assurdo. Città fuori controllo.

È da poco calata la sera (intorno alle 19.30), quando il commando di morte entra in azione in via Leopardi, quartiere Fuorigrotta. 

Siamo a cento metri dall’entrata della Curva A dello Stadio San Paolo (ribattezzato Maradona), in un’area popolare e popolatissima: i killer a bordo di uno scooterone affiancano Antonio Volpe, 77enne già noto alle forze dell’ordine, commerciante ormai in pensione ritenuto però da sempre vicino a brutti ambienti della malavita locale; in numerose informative di polizia e carabinieri, dal 2005 già agli atti della Dda di Napoli, l’anziano assassinato ieri sera era indicato come uomo di fiducia del clan Baratto (Calascione) - Bianco, che a Fuorigrotta gestisce droga e estorsioni.

Quando in via Leopardi arrivano i primi soccorsi, Volpe è già morto.

Il suo corpo resta a margine del marciapiedi, crivellato da almeno cinque colpi esplosi al volto e al petto. I killer sono entrati in azione con una missione precisa: dovevano eliminarlo. Indagini affidate ai carabinieri del Nucleo investigativo di Napoli. 

Antonio Volpe era il cognato dei fratelli Baratto. Baratto: un cognome pesante a Fuorigrotta. E quando si parla di Fuorigrotta si dice anche Soccavo, e dunque Rione Traiano e poi ancora Pianura. I crocevia del nuovo traffico di droga metropolitano, le nuove «piazze di spaccio» che hanno sostituito quelle di Secondigliano e Scampia. Volpe tornava a casa. Aveva lasciato la tabaccheria che gestiva da anni in zona. Non avrebbe mai immaginato di essere un obiettivo di camorra, e su questo oscuro particolare lavorano adesso gli inquirenti. Chi aveva interesse ad ammazzare un anziano commerciante, per quanto legato da imbarazzanti rapporti di famiglia con uno dei clan storici di Fuorigrotta? Vendetta trasversale? O, forse, vecchi conti in sospeso?

 

Il sette settembre del 2005 - sempre a Fuorigrotta - Antonio Volpe se la cavò miracolosamente. Anche in quell’occasione venne raggiunto, in via Giuseppe Di Lorenzo, dai proiettili di un commando di sicari. Dodici colpi: l’intento dei killer era chiaramente quello di uccidere. Forse anche perché considerato un «pontiere», uno degli anziani che tentava la via diplomatica per limare i contrasti tra gruppi rivali. Ma Volpe sopravvisse. Da allora il suo nome è scomparso dalle agende degli investigatori. Più nulla a suo carico.

E invece adesso questo nuovo omicidio riaccende i riflettori sulle fibrillazioni di una camorra che a Napoli appare - da Ponticelli a Fuorigrotta - sempre più nervosa e pronta a sparare. E ad uccidere. Le indagini non escludono che dietro quest’ultimo agguato possano esserci gli uomini di una banda criminale - quella degli Iadonisi, attiva all’interno del Rione Lauro - pronta a sfidare i Bianco per aggiudicarsi il monopolio dei traffici di droga. 

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