Dalla luce alla farina, rincari record: «Così a Napoli falliremo tutti»

Dalla luce alla farina, rincari record: «Così a Napoli falliremo tutti»
di Gennaro Di Biase
Sabato 5 Marzo 2022, 00:00 - Ultimo agg. 6 Marzo, 16:39
4 Minuti di Lettura

Una crisi sempre più intensa, inimmaginabile fino a pochi mesi fa per tanti imprenditori. Bollette di gas ed energia raddoppiate e triplicate. Un incremento di costi che per alcuni, in prospettiva, sfiora i «40mila euro annui» per un pubblico esercizio medio. C’è chi parla di «guerra energetica», chi invoca «un calmiere da parte del governo». Di fatto, in ogni zona della città e per ogni tipo di attività (dai ristoranti ai laboratori) piovono stangate sui conti in banca dei lavoratori, già provati dalla crisi da Covid. Qualcuno può ancora contare su tariffe bloccate, ma anche per i “fortunati” gli aumenti sono alle porte, «alla scadenza dei contratti in estate». A questo si accompagna un drammatico aumento delle materie prime, legato al caro carburanti (dovuto al mancato accordo sul prezzo del greggio a livello globale) e all’attacco russo che sta devastando Kiev e dintorni. Dall’Ucraina, l’Italia importa il 64% del grano per pane e biscotti, l’80% dell’olio di girasole e il 53% del mais per nutrire il bestiame. Allo scenario, si aggiungono poi, purtroppo, gli speculatori.

Cominciamo da un nome importante della pizza napoletana. Giuseppe Vesi mostra sconsolato le sue bollette del locale di viale Michelangelo. «Luce e gas sono schizzati, come è possibile vedere dalle bollette. Prima pagavo intorno ai 1200 euro al mese di luce e 350 di gas. Oggi, da gennaio, 1800 euro di energia e circa 800 euro al mese di gas, che è quasi triplicato. Non parliamo poi delle materie prime: la farina la pago 1,30 euro al chilo, prima 1 euro. Sto aspettando le misure che i politici hanno annunciato per calmierare gli aumenti. Non possiamo aggredire direttamente il consumatore. Noi imprenditori chiediamo solo che le cose ritornino come prima. Più di un paio di mesi non riusciremo a resistere in questo modo». Dal Vomero a Chiaia il tono è identico: «Luce e gas sono entrambi triplicati: da 1500 siamo passati a 3700 euro al mese complessivi - sospira Francesco Palermo, di Antica Latteria - L’aumento è arrivato a partire da gennaio. Sono aumentati anche farina, pane, olio, acqua, carne, in modo smisurato. L’olio di girasole, per esempio, da 1,15 a 1,75. Il pane da 1,30 a 2 euro al chilo. Al momento i costi li abbiamo assorbiti noi. Deve finire la guerra, perché sia il mercato del grano sia quello del gas sono coinvolti nel conflitto tra Russia e Ucraina. La pasta è aumentata tantissimo: da 39 fino a 59 centesimi per un pacco al supermercato». 

Corrono tempi bui. Stando ai costi di produzione, un panino, a breve, potrebbe diventare una spesa da benestanti. «Solo di luce, da ottobre a gennaio ho pagato il 93% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente - protesta Alessandro Porzio della paninoteca 16 Libbre in via Imbriani - Avevamo una media di 2800, siamo arrivati a 5400 euro al mese. Se continua così dovremo inventarci qualcosa. Bisogna intervenire riducendo le tassazioni, questi costi sono insostenibili: solo di luce, il costo incrementale arriverebbe a 35mila euro all’anno. Non possiamo certo rivalerci sulla clientela: siamo intervenuti solo per il 4% rispetto ai prezzi di vendita». Anche i piccoli aumenti di energia gravano come macigni sugli esercenti: come quello che ha subito Giacomo Liguori, che con il suo negozio di articoli per l’edilizia in via Scura è passato «da 139 euro a 254 da un mese all’altro». «Ho speso 3615 euro di energia per i consumi di dicembre di due bar - dice Filippo Boccoli, titolare di Spritz e 66 in via Bisignano - pagavo intorno ai 2000 euro». «Solo di energia elettrica i costi sono raddoppiati - spiega Roberto Biscardi, de I Re di Napoli in via Partenope - nei mesi invernali pagavo 2mila euro al massimo. Da gennaio, 4mila al mese. Per l’estate siamo terrorizzati: i frigoriferi consumeranno di più, e i condizionatori dovrebbero stare sempre accesi. Credo che arriveremo a sfiorare i 6mila euro ogni 30 giorni». Paolo Surace di Mattozzi a piazza Carità fa notare che «alle criticità legate agli aumenti dei costi di logistica e materie prime, si aggiungeranno le speculazioni. Alcuni cercheranno di piazzare le merci a costi aumentati, per sentito dire. È una fase davvero complicata, questa, tra guerra e Covid. L’anno scorso pagavo 800 euro in due mesi per il gas. Oggi sono arrivato a pagare 2400 euro. Molto presto lavoreremo per la gloria».

Video

«Pago quasi il doppio: il gas da 2,2mila è arrivato a 3800 da gennaio - aggiunge Gianni Lotti di Crudo Re - Speriamo non ci siano altri rincari. La fiamma pilota la stiamo tenendo spenta, di volta in volta, mentre prima la tenevamo sempre accesa». «Le piccole imprese speravano in una boccata d’ossigeno dopo due anni di pandemia - conclude Rosario Ferrara, presidente del consorzio Toledo Spaccanapoli - Ora è tutto compromesso». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA