Napoli, l'arcivescovo Battaglia: campane a festa se in Ucraina c'è il cessate il fuoco

Napoli, l'arcivescovo Battaglia: campane a festa se in Ucraina c'è il cessate il fuoco
Mercoledì 2 Marzo 2022, 19:15 - Ultimo agg. 22:16
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Suonare le campane a festa, prima che a Pasqua, «contravvenendo alla norma» liturgica se ci fosse un cessate il fuoco: lo chiede ai sacerdoti napoletani l'arcivescovo Mimmo Battaglia, che questa sera presiederà un incontro di preghiera per la pace in Ucraina in piazza Mercato.

«La cessazione di questa guerra - ha detto Battaglia ai sacerdoti nella celebrazione delle Ceneri - diventi per noi monito di speranza per la definitiva conclusione di ogni inutile spreco di sangue, in ogni luogo, in ogni tempo». Poi un appello ai fedeli: «Il vostro dolore per la situazione attuale non machi di concretizzarsi in gesti visibili di vicinanza e solidarietà al popolo ucraino. Aprite le porte a questo Cristo povero che arriva a voi dall'est, chi ha una stanza la metta a disposizione di uomini, donne e bambini. Se potete, non permettete che le famiglie siano separate».

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«Sul nostro territorio, poi, sono già presenti tanti ucraini ed ucraine, uomini e donne spesso impegnati nell'assistenza dei nostri bambini, dei nostri anziani e dei nostri ammalati - a proseguito con Battaglia - siate buoni con loro.

Abbiatene cura, soprattutto in questo tempo. La guerra vi è più vicina di quanto non crediate e la possibilità di cura più a portata di mano di quanto non possiate immaginare. E con loro, curatevi che tutti i lavoratori siano trattati con dignità, che non vi siano trattamenti discriminatori a discapito dello straniero che vive tra noi», è la richiesta dell'arcivescovo. 

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Don Mimmo Battaglia invoca la «pace» per «l'amata Ucraina, terra che vedesti i popoli slavi incontrare il luminoso annuncio della vittoria di Cristo sulla morte, sole di giustizia e verità delle genti. La cessazione di questa guerra diventi per noi monito di speranza per la definitiva conclusione di ogni inutile spreco di sangue, in ogni luogo, in ogni tempo». L'arcivescovo di Napoli lancia poi un appello: «Che il vostro dolore per la situazione attuale non manchi di concretizzarsi in gesti visibili di vicinanza e solidarietà al popolo ucraino. Aprite le porte a questo Cristo povero che arriva a voi dall'est. Chi ha una stanza la metta a disposizione di uomini, donne e bambini. Se potete, non permettete che le famiglie siano separate. Sul nostro territorio, poi, sono già presenti tanti ucraini ed ucraine, uomini e donne spesso impegnati nell'assistenza dei nostri bambini, dei nostri anziani e dei nostri ammalati. Siate buoni con loro, abbiatene cura, soprattutto in questo tempo. La guerra vi è più vicina di quanto non crediate e la possibilità di cura più a portata di mano di quanto non possiate immaginare. E con loro, curatevi che tutti i lavoratori siano trattati con dignità, che non vi siano trattamenti discriminatori a discapito dello straniero che vive tra noi. Pace all'Ucraina e al mondo intero, pace tra di voi, pace al povero e allo straniero. Pace a voi, operatori di pace».

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