Ucraina, manifestazione a Napoli per migliaia: «Putin come Hitler, Italia aiutaci»

Ucraina, manifestazione a Napoli per migliaia: «Putin come Hitler, Italia aiutaci»
di Emiliano Caliendo
Domenica 27 Febbraio 2022, 17:23 - Ultimo agg. 28 Febbraio, 07:11
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Sventolano le bandiere oro e blu della nazione ucraina sotto il sole domenicale di piazza Dante, insieme alle bandiere della pace, con i colori dell’arcobaleno, e a qualche sporadica bandiera rosso-nera dell’esercito insurrezionale ucraino che durante il secondo conflitto mondiale combatté contro i sovietici e i nazisti. «Fermate questa guerra: non è la guerra dei russi contro gli ucraini, è la guerra di Putin! Sono nata in Ucraina da genitori russi. Metà della mia famiglia è in Russia, l’altra in Ucraina sotto i bombardamenti. Per favore fermate questa guerra. Le madri piangono da entrambe le parti». Lo grida commossa Tamara, signora ucraina emigrata in Italia da più di dieci anni.

Sono migliaia gli ucraini presenti in piazza con un sit-in promosso dal partito Più Europa – presente anche Azione, con il consigliere regionale Giuseppe Sommese - insieme alla comunità ucraina di Napoli, per manifestare a favore della libertà del popolo ucraino. «Sarà una manifestazione per la pace non solo in Ucraina, ma in tutto il mondo. Questa guerra non riguarda solo l'Ucraina ma tutta l'Europa» aveva detto nei giorni scorsi padre Taras Zub, sacerdote della comunità cattolica ucraina di rito bizantino. Gli ucraini di Napoli, e non solo (40mila circa quelli presenti in Campania), hanno risposto presente all’appello, riempiendo almeno tre quarti dello slargo all’ombra della statua del Sommo Poeta.

«La Russia sta facendo la stessa cosa di Hitler in Cecoslovacchia. Abbiamo bisogno di aiuto e tutti i Paesi europei, così come l’America, devono mostrare a questo assassino, Putin, che noi siamo i padroni nella nostra terra. Ho genitori nel Donbass, mio fratello con sua moglie e il bambino piccolo. Adesso stanno dormendo in cantina» sono le parole di Andriy, ragazzo ucraino che sfoggia con orgoglio una giacca con il simbolo delle forze armate ucraine. Questi poi aggiunge: «Ringrazio l’operatore italiano che mi ha dato il permesso di chiamare gratis in Ucraina. Mi dispiace per le persone che pensano al gas, il valore più prezioso è la vita umana. Le materie prime si possono perdere e recuperare. Ma la vita una volta persa non si recupera più. A questi italiani dico: andate in chiesa e vedete Dio cosa vi risponde».

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Si ringrazia l’Italia per la solidarietà, in quanto «parecchi amici italiani che mi conoscono mi stanno dando una grande mano» confida un uomo con il figlio piccolo sulle spalle, avvolto nella bandiera ucraina, ma si chiede anche uno sforzo maggiore agli Stati europei. «Servono aiuti umanitari, ma anche munizioni. Putin non si fermerà alla sola Ucraina andrà avanti pure con la Moldavia e la Georgia», affermano due studentesse universitarie italo-ucraine. Non a caso si contano almeno una decina di cittadini georgiani presenti in piazza con le bandiere della repubblica caucasica. Secondo gli ucraini di Napoli, le sanzioni non bastano. Molti cartelli chiedono una no-fly zone all'Alleanza Atlantica. «Non è possibile che la Nato permetta tutto questo. Non bastano le sanzioni. Chiudete il cielo, ci stanno lasciando da soli. La mia seconda patria è l’Ucraina. È arrivato Putin e ha distrutto tutto, perché? Non lo so ancora» si domanda Guglielmo, in piazza insieme alla moglie di nazionalità ucraina. Infatti, gli italiani seppur pochi, sono presenti. Molti di loro sono compagni e mariti di donne ucraine. «Sono napoletano, ho sposato un’ucraina e vi dico che Putin è molto peggio di Hitler. È un pover’uomo. Sarà anche armato con le bombe atomiche ma la Russia è un paese povero», avverte Mario, pensionato, una vita da custode di uno stabile ai Colli Aminei, che è riuscito a far trasferire il mese scorso, da Kiev, tutta la famiglia della compagna a cui si è legato dopo aver perso la prima moglie.

 

Nei confronti dei vicini russi, oggi invasori, c’è chi è indulgente, prendendosela solo con la leadership politica della Federazione russa: «I nostri bambini vogliono vivere in un mondo civile come tutta l’Europa. Basta guerra, aiutateci. Putin è un assassino criminale. I nostri figli sono lì a morire. Lui dice che siamo dei drogati: guardate me, sto benissimo. Sono una lavoratrice. Russi, ho studiato con voi a San Pietroburgo, ribellatevi. Siete nostri fratelli. Ribellatevi, non siete assassini come lui», grida con veemenza Larissa. Che viene interrotta da una sua concittadina poco distante: «I russi non sono nostri fratelli. Perché i fratelli non vengo ad uccidere i bambini. La mia famiglia sta a Kiev, i miei figli sono in un rifugio nella regione di Sumy.

Non sono riusciti a scappare perché è tutto bloccato. L'unica cosa che possiamo fare per loro è urlare per la pace. I nostri combattono fino all’ultima goccia di sangue. Siamo orgogliosi dei nostri militari».

Resta, infatti, la consapevolezza della strenua prova di coraggio dell’esercito ucraino che nonostante il divario di capacità militari rispetto all’armata russa, riesce comunque a resistere. «Gloria all’Ucraina, gloria ai suoi eroi» è il coro che si leva tra la folla che agita i drappi con i colori del cielo e dei campi di grano di quella terra di mezzo tra Oriente e Occidente.

C'è tempo anche per un momento di raccoglimento in preghiera, in ginocchio. E i pensieri volano al di là dei Carpazi. «I supereroi – sottolinea una ragazza poco più che ventenne - con i superpoteri li abbiamo finora visti solo nei film, ora tutto il mondo li può vedere dal vivo in Tv: sono i nostri soldati che non mollano e difendono la patria da soli. Mio padre, 64 anni, resta in Ucraina così come tutti i miei amici che sono coraggiosissimi. Si sono organizzati aspettando il nemico. All’Europa dico: non temete la Russia come non la temiamo noi. Vinceremo!». Le effigi del presidente russo Vladimir Putin raffigurato come Adolf Hitler sono decine. Su alcuni cartelli viene ribattezzato Putler. La speranza è che la storia questa volta non si ripeta, nemmeno in parte. 

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