Ucraina, mille studenti napoletani in marcia per la pace a Capodimonte: «Così cambiamo il mondo»

Ucraina, mille studenti napoletani in marcia per la pace a Capodimonte: «Così cambiamo il mondo»
di Alessio Liberini
Venerdì 8 Aprile 2022, 18:12 - Ultimo agg. 9 Aprile, 08:27
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«Oggi siamo qui per manifestare e per protestare contro questo conflitto perché, secondo me, il problema sono sempre i soldi. Non è la prima volta che scoppia una guerra ma noi speriamo che sia l’ultima. Tutti dovrebbero avere diritti. Spero che quello che stiamo facendo oggi possa aiutare a far cambiare idea così da poter cambiare il mondo». Andrea, studente dell’Istituto Comprensivo Novaro Cavour di Napoli, ha solo 13 anni ma il suo pensiero, sulla triste crisi in Ucraina, è già più sensato di tanti adulti guerrafondai. Così questa mattina, insieme ad altri mille studenti provenienti dalle scuole della terza municipalità, ha scelto di marciare per ribadire il proprio «No alla guerra» ma anche per compiere, in prima persona, un impegno che si tramuta, nei fatti, in un grande messaggio di pace che oggi coinvolge tutta la città.

È questo, difatti, l’appello lanciato dalla municipalità Stella-San Carlo Arena che questa mattina ha promosso una grande manifestazione pacifista all’interno del Real Bosco di Capodimonte. Dove sono accorsi, con striscioni, slogan e bandiere, alunni e docenti provenienti dalle scuole primarie e secondarie del territorio. Concentrandosi, intorno alle 9 e mezza, all’esterno del museo di Capodimonte insieme all’assessore alle Politiche Sociali di Palazzo San Giacomo, Luca Trapanese, e i referenti del parlamentino municipale che hanno partorito la lodevole iniziativa. Da qui è partita una grande e coloratissima marcia per la pace che è giunta, sfilando per il bosco, fino alla chiesa di San Gennaro, recentemente restituita ai cittadini. Dove si è svolto l’evento più toccante della giornata, con le allieve - di origine ucraina e russa - del liceo musicale "Margherita di Savoia" di Napoli che hanno suonato la “Ninna nanna d'ottobre” del compositore Balázs Árpád. Mentre, all’esterno della chiesa monumentale, migliaia di giovanissimi, divisi da tute di diverso colore, hanno formato un’enorme simbolo della pace. 

«È una giornata molto importante – racconta l’assessore Trapanese -  perché noi dobbiamo educare i nostri figli alla pace e non alla guerra. Oggi partiamo dall’Ucraina e manifestiamo per la guerra ma ci sono tanti conflitti nel mondo: i nostri figli chiedono un mondo di pace». Una pace che trova nella cultura un suo alleato ideale per il contrasto ai conflitti bellici. «Solo attraverso la cultura – precisa Trapanese - possiamo combattere l’ignoranza della guerra. È importante questo luogo, simbolo della nostra città, dove oggi i nostri ragazzi dicono no alla guerra». «Il Comune di Napoli – evidenzia l’assessore alle Politiche Sociali - è protagonista nell’accoglienza, abbiamo accolto circa 300 nuclei familiari, oltre mille persone e tanti bimbi con le proprie madri. Stiamo coinvolgendo enti privati ed associazioni, ma anche le case dei napoletani. Sono veramente tante le persone che ci stanno aiutando.

Abbiamo accolto già 400 bambini ucraini nelle nostre scuole, mentre alcuni adulti sono già impegnati nel mondo del lavoro». 

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Proprio la forza e la genuinità dei giovanissimi, che oggi in massa hanno aderito all’iniziativa, possono ribaltare quelle tristi dinamiche che troviamo nel corso di momenti complicati come quelli odierni. «I bambini sprigionano un’energia particolare – sottolinea il presidente della terza municipalità, Fabio Greco -  oggi siamo riusciti a metterli insieme. Ringrazio il direttore del Real Bosco di Capodimonte che ci ha dato il permesso per usufruire dei suoi spazi dove oggi i bambini possono sprigionare quell’energia sperando che possa servire per fermare questo scempio a cui stiamo assistendo tutti quanti».

Un messaggio che è stato accolto, quasi all’unanimità, dai giovanissimi. «Hanno partecipato tutte le scuole del territorio – spiega la consigliera di municipalità, Giuliana De Lorenzo - c’è stata un’ampia partecipazione da parte di tutti i dirigenti scolastici. È un momento bellissimo di condivisione anche perché quella di oggi è tra le prime uscite che fanno i ragazzi dopo il Covid. Quindi è una delle prime meravigliose occasioni da condividere tutti quanti insieme». 

 

Ne sanno qualcosa Anna e Daria, due giovani violiniste ed amiche da anni che oggi, oltre a suonare insieme, come del resto fanno già da tempo, hanno dato un vero e proprio schiaffo morale ai padroni della guerra. Daria è di origine russa, anche se vive in Italia da tempo, mentre Anna è Ucraina ma questo non le divide, anzi le unisce ancor di più nella propria e comune passione: la musica. Attraverso la quale oggi “combattono”, con i propri violini come uniche e sole “armi”, contro questa terribile guerra. Nella loro amicizia c’è infatti, parallelamente, la sconfitta di chi insiste per proseguire il conflitto. «Ho incominciato a suonare il violino a soli sette anni quando ero in Ucraina – racconta Anna – ed è un anno che lo suono insieme a Daria: siamo amiche, amiche buone». «Noi due – prosegue la giovane 16enne – capiamo che non c’è differenza tra di noi perché, secondo me, russi e ucraini sono fratelli». «Suoniamo specialmente per i bambini – spiega, invece, Daria - è bello vedere che oggi in tanti qui manifestano per la pace contro questa situazione assurda, non si può pensare che nel 2022 succedano cose del genere». «Possiamo risolvere i problemi anche senza farci la guerra» è il monito che fa la studentessa di origini russe, sperando che qualcuno adesso lo inizi finalmente ad accogliere.   

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