Bohdana e Bojana hanno 9 e 11 anni e arrivano da Leopoli. La mamma Cristina, giornalista e psichiatra, minuta come le sue due piccole bimbe, non voleva lasciare l'Ucraina ma le immagini televisive che arrivavano in Italia erano troppo sconvolgenti. Gli inviti a partire continui e pressanti. In 48 ore ha deciso: ha preso le sue bambine, e le due figlie della sorella rimasta in Ucraina, ed è partita per Napoli per ricongiungersi alla mamma, Alina, partenopea acquisita visto che ci vive da vent'anni («Sono stata a Firenze, Venezia, Cortina, ma un cuore così grande come quello di Napoli non l'ho mai incontrato»). Victoria, mamma di Yeva, ha vissuto per due giorni nei rifugi antiaerei di Kiev chiudendo il suo negozio di abbigliamento mentre il marito ne aveva uno di elettrodomestici. È arrivata alla frontiera della Romania, a Cherniutsi, che ha attraversato a piedi con sua figlia che non mangiava più da giorni per la paura e lo stress. Poi un viaggio verso Napoli dove si è ricongiunta alla mamma. Svetlana è partita da Kolomea, a due passi dal confine con la Romania. «Qui siamo molto ad occidente» pensavano. Ed invece anche lì sono arrivati i missili dei russi, uno ad inizio invasione, l'altro nei giorni scorsi. Svetlana, con i figli Yana e Taras, ha raggiunto la nonna Lessia che a Napoli risiede già da un po'. Storie di bambini e di mamme. Di mamme e di nonne partite tanti anni addietro per garantire un futuro alle loro figlie grazie alle rimesse mandate in Ucraina ed oggi chiamate a garantire un presente anche alle loro nipoti. Ora tutte hanno ritrovato un sorriso. Ma è un sorriso spento. Gli uomini di questa storia? Si chiamano Yuri, Oleg, Miroslav e sono tutti in Ucraina a prestare servizio come paramilitari su un autobus a Kiev o nella riserva a Leopoli o come medico di notte nei rifugi, di giorno in corsia.
Bohdana, Bojana, Yeva, Yana e la piccola Anhelina, che sta per raggiungerle, sono ginnaste e atlete in Ucraina e a Napoli continueranno a fare sport. Al Collana per iniziativa del presidente del Coni Regionale, Sergio Roncelli. Con lui Paolo Pagliara, gestore dello stadio collinare. Bambini affidati a Maurizio Marino e Monica Degli Uberti delle società di atletica e ginnastica che operano al Vomero. «Quando ci hanno chiesto come aiutare queste bambine - ha detto Roncelli accogliendo le piccole atlete insignite della fascia di ambasciatrici dello sport - il mondo sportivo si è messo subito a disposizione. È un segno di pace e fratellanza». Pagliara aggiunge: «Abbiamo risposto presente all'appello e garantiremo alle piccole atlete tutto l'appoggio necessario». Alle bambine è giunto anche il saluto dell'assessore allo sport del Comune Emanuela Ferrante e l'abbraccio del presidente della Camera Roberto Fico presente al Collana: «Lo sport è una delle porte per la massima integrazione e al Coni e alle società sportive che sono al Collana e fanno questo è giusto dire grazie per quello che state facendo. Come Europa e come Italia sapremo rispondere. Sapremo anche rinunciare a qualcosa affinché si ripristini la pace». In Ucraina si continua a combattere. «Sentiamo i nostri cari - dice Lessia - la connessione ad internet è fondamentale per i contatti. Se mandano giù quelle torri non avremmo notizie. Siamo preoccupati. Basta guardare la tv per rendersi conto di quello che sta accadendo sperando che finisca il più presto possibile».
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