Ucraina, profughi a Napoli ma la burocrazia blocca i permessi di soggiorno

Arrivano i primi profughi a Napoli

Ucraina, profughi a Napoli ma la burocrazia blocca i permessi di soggiorno
di Gennaro Di Biase
Domenica 27 Febbraio 2022, 23:00 - Ultimo agg. 1 Marzo, 08:27
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Chi parte e chi arriva. La guerra è anche questo, un crocevia di vite che si intrecciano viaggiando in direzioni opposte. Se tanti sono partiti da Napoli per difendere l’Ucraina, tanti stanno arrivando. Viste le proporzioni più che vaste della comunità partenopea gialloblu, mai nessun conflitto, nella storia recente, aveva portato un tale numero di rifugiati in città. Sono «almeno 200» gli ucraini in fuga dalle bombe già arrivati nelle ultime ore, in maggioranza donne e bambini, in attesa di permesso dalla questura. Sono saliti su treni o pullman per scampare all’orrore della guerra e sono finiti in un imbuto burocratico. A raccontarlo sono gli organizzatori della manifestazione, che chiedono di snellire la burocrazia, in previsione di un afflusso che è destinato a intensificarsi - e non poco - nei prossimi giorni. «Serve un’accelerazione delle procedure di riconoscimento per i rifugiati», esordisce Massimo Coppin di Più Europa. 

A spiegare l’impasse dei permessi è Lara Levchun, mediatrice culturale ucraina (anche lei organizzatrice dell’evento di ieri). «Ho almeno 200 richieste di rifugiati che aspettano un certificato dalla Questura - dice - parlo del permesso di soggiorno “in attesa”, documento che è possibile richiedere per necessità di protezione internazionale. Per averlo in versione cartacea la procedura sarebbe semplice: basta entrare in Questura e nello stesso giorno viene rilasciato il permesso. Il problema, però, è che l’iter prevede una prenotazione online, e i primi posti disponibili ci sono a ottobre. La Questura velocizzi la procedura. Siamo al quarto giorno di guerra, e quantificare il numero dei rifugiati è difficile. Posso dire però che stanno arrivando e aspettano il permesso. Dal Comune di Napoli ci aspettiamo almeno 100 posti per i rifugiati ucraini. Alcuni piccoli Comuni della Campania si sono già mossi in questo senso, offrendo strutture e posti letto». 

Gli uomini partono, donne e bambini arrivano. E raggiungono subito le case dei parenti tra Arenaccia, Cavone, Sanità e piazza Cavour. Difficile, dunque, quantificare il flusso di rifugiati, ma se le domande di asilo pendenti sono «almeno 200», il numero di profughi di guerra potrebbe essere già assai maggiore. «Per risolvere la situazione, Italia ed Europa devono procedere con sanzioni gravissime ai danni della Russia - spiega Maksym Kovalenko, console generale dell’Ucraina a Napoli - chiediamo poi a tutti i sindaci di provvedere con aiuti e assistenza ai rifugiati. Sono già arrivati in città parenti e genitori della grande comunità ucraina napoletana, che è la più vasta d’Italia a livello di concentrazione. Tanti medici, tra cui due donne, e tanti uomini sono partiti da Napoli per portare aiuti in Ucraina. Ma centinaia di ucraini stanno anche arrivando a Napoli da Kiev e da tutto il Paese. In stragrande maggioranza sono arrivati donne e bambini, visto che i maschi tra i 18 e i 60 anni non possono più lasciare il Paese, e in generale gli arrivi sono più numerosi delle partenze. Ieri mattina a piazza Garibaldi c’erano tre bus». «Venerdì avremo un incontro con Kovalenko e con il sindaco Gaetano Manfredi in via Chiatamone - aggiunge Gennaro Famiglietti, console generale della Bulgaria e coordinatore dei consoli diplomatici esteri in Italia - per parlare delle misure concrete da mettere in campo per il popolo ucraino.

Stiamo mettendo a disposizione alimenti e medicinali. Siamo tutti vicini al popolo ucraino in questa immane tragedia europea». 

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«Ho ribadito a Kovalenko la solidarietà e la piena disponibilità a collaborare e a fornire aiuti concreti - ha sottolineato il governatore Vincenzo De Luca - la Campania è pronta a rendere disponibili farmaci, aiuti alimentari e ad accogliere nelle strutture sanitarie cittadini ucraini, soprattutto i bambini. Con il console saremo in stretto contatto per verificare tutte le eventuali esigenze che dovessero manifestarsi per le popolazioni civili e in particolare per i bambini». Anche Vincenzo Santagada, presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Napoli e assessore alla Salute del Comune, ha incontrato Kovalenko, con cui ha stretto un patto per la somministrazione di farmaci gratuiti con il progetto “Un Farmaco per tutti”: «Il console mi ha fornito una lista di farmaci necessari e ci attiveremo subito con i volontari - ha chiarito Santagada - non lasceremo sole le persone che stanno affrontando un momento così drammatico». 

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