Ucraina, psicosi da guerra nei supermercati di Napoli: «La pasta più economica sta già finendo»

Ucraina, psicosi da guerra nei supermercati di Napoli: «La pasta più economica sta già finendo»
di Alessio Liberini
Domenica 13 Marzo 2022, 15:25 - Ultimo agg. 14 Marzo, 07:14
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«Vogliamo garantirvi di trovare sempre ciò di cui avete bisogno. Per questo abbiamo scelto di limitare l’acquisto di alcuni prodotti per la spesa. Collaboriamo tutti ed evitiamo speculazioni». È questo il messaggio di uno dei tanti cartelli comparsi - negli scorsi giorni - tra gli scaffali di pasta, olio e farina delle catene della grande distribuzione di Napoli e provincia. Mentre nei supermercati di tutta Italia, già da ieri, è scattata una vera e propria psicosi per accaparrarsi gli approvvigionamenti necessari. Tra i timori dei cittadini resta la paura per il conflitto in Ucraina e il rincaro – arrivato ai massimi storici -  del costo dei carburanti. Lo stesso che ora getta nel limbo della preoccupazione tantissimi italiani, già provati dal recente rialzo delle bollette di acqua, luce e gas.

Così, anche di domenica mattina, la ressa nei supermarket si concentra tra i corridoi dove sono esposti i prodotti di prima necessità come pasta ed olio. Con molti scaffali che restano semi vuoti vista la grande richiesta delle ultime ore. Parallelamente a destar maggior preoccupazione, su tutti, è l’aumento vertiginoso del costo dell’olio di semi di girasole di cui l’Ucraina è il principale esportatore mondiale. «Solo la scorsa settimana un litro costava la metà» racconta una signora amareggiata mentre guarda i nuovi prezzi esposti sui cartelli del supermercato dove oggi si può acquistare un massimo di «5 litri» come si legge su un avviso che invita tutti a star «tranquilli».

«Sono rimasta basita, non me l’aspettavo – spiega una donna intenta a far la spesa domenicale mentre nota, incredula, alcuni scaffali che appaiono semi vuoti – C’è una smania di compare per paura che si possa rimanere senza.

Anche in virtù dell’aumento del carburante e di questa guerra che ci sta mettendo tantissima ansia. La psicosi ci sta prendendo tanto».

Tra gli acquirenti, in cerca di beni primari, c’è anche una signora proveniente dalla Moldavia che non nasconde lo sconforto per quello che sta accadendo in queste ore in Ucraina: «È una sciagura, ho paura persino di parlarne» racconta, a microfoni spenti, mentre si appresta a raggiungere gli scaffali dove è esposta la farina. Qui, come in tanti altri centri commerciali del Paese, oggi non si può acquistare più di tre confezioni per evitare possibili accaparramenti. 

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Tuttavia quasi nessun cittadino, in fila tra le casse, crede che nei prossimi giorni possa diventare difficoltoso accaparrarsi prodotti come: farina, olio e pasta. A far crescere la preoccupazione generale è infatti un possibile rincaro dei costi, come è già accaduto per i distributori di carburante. In relazione anche alle ultime notizie sul fermo degli autotrasportatori che potrebbe avvenire già nella giornata di domani, nonostante la bocciatura della commissione di garanzia avvenuta ieri.

«Gli autotrasportatori hanno pienamente ragione – racconta Giovanni mentre mette alcune confezioni di pasta nel proprio carrello - Se il gasolio costa di più il prodotto finale è quello su cui graverà il prezzo». «Già abbiamo tante preoccupazioni – precisa l’uomo – Per la rifornitura di pasta credo sia più un problema di fornitura di carburante, i costi gravano molto su questo. L’Ucraina è il granaio più grande d’Europa, li la preoccupazione credo ci sia».

«Non si è capito niente - spiega, invece, una commessa mentre osserva gli scaffali da rifornire – ieri li hanno lasciati vuoti ed oggi non tutti i fornitori ci hanno ricaricato, speriamo che domani non ci sia lo sciopero degli autotrasportatori». «La pasta più economica sta già finendo» sottolinea l’impiegata con un velo di preoccupazione. Mentre la stragrande maggioranza degli avventori resta scettico. «In Europa non c’è nessuna psicosi – chiarisce Salvatore - solo in Italia fanno queste cose, specialmente a Napoli. Mi dispiace dirlo ma è così».

Allo stesso tempo c’è chi si preoccupa per l’aumento di alcuni beni. «Penso alle persone inserite in contesti lavorativi precari – dice Antonia - . Il problema non è che non trovano la pasta ma che non possono compararla. Specialmente per chi ha figli: i pannolini sono arrivati addirittura a tre euro a confezione, se non riesco a mettere il pane a tavola figuriamoci se posso comprare i pannolini». «Bisogna preoccuparsi per questo più che altro» conclude la donna abbozzando anche qualche possibile agevolazione verso le persone meno abbienti che pagheranno, maggiormente, il costo di questo triste conflitto che oggi, tramite la spesa, arriva fin dentro le nostre case.  

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