Ugo Russo, corteo a Napoli per il baby rapinatore ucciso un anno fa: c'è anche Ascanio Celestini

Ugo Russo, corteo a Napoli per il baby rapinatore ucciso un anno fa: c'è anche Ascanio Celestini
di Paola Marano
Sabato 27 Febbraio 2021, 20:47 - Ultimo agg. 23:47
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Verità e Giustizia. A un anno dalla morte di Ugo Russo, quindicenne rimasto ucciso durante un tentativo di rapina a un carabiniere in borghese, i familiari del ragazzo sono scesi in piazza, a Largo Berlinguer, per chiedere ancora una volta che sia fatta luce su quanto accaduto la notte dello scorso1 marzo. Al loro fianco un centinaio di persone tra amici, parenti, ma anche educatori dei Quartieri Spagnoli e personalità del mondo della cultura come Ascanio Celestini.

 

Circa un anno dalla morte del giovane oggi, ma anche il giorno che segue la decisione del Tar di sospendere l’ordinanza del Comune di Napoli, almeno fino alla prima udienza fissata il 7 aprile, relativa alla cancellazione del murales che ritrae il volto di Ugo, sulla cui rimozione si è acceso un dibattito tra la società civile e il comitato “Verità e Giustizia per Ugo Russo” proseguito per giorni a colpi di petizioni pro e contro.

Ma per i familiari del quindicenne oggi in piazza non c’è spazio per la polemica sulla gigantografia. Dopo dodici mesi non sono ancora stati resi noti i risultati dell’esame autoptico sul corpo del giovane.  «Abbiamo sempre detto che saremmo andati per vie legali ma oggi il murales non esiste. Oggi esiste la vita di Ugo Russo spezzata a 15 anni. Io, mia moglie e i miei figli siamo morti con Ugo e vedo ancora un accanimento. La nostra battaglia non vuol dire sfidare lo Stato o le istituzioni. Però è un anno che non ci rispondono e questo silenzio ci divora l'anima – ha detto Vincenzo Russo, padre di Ugo, che ha poi annunciato la sua intenzione di «aprire al più presto possibile una associazione in nome di Ugo. Il giorno in cui sapremo tutto io scenderò in campo per i ragazzi di Napoli perché non si possono abbandonare. Anche se ne salviamo uno su cento sarà una vittoria».  

A dare sostegno alla causa della famiglia Russo anche il drammaturgo, regista e attore Ascanio Celestini, già firmatario, tra gli altri, di una petizione contro la cancellazione dell’opera in piazza Parrocchiella. «Credo che la paura nei confronti del murales sia dovuta a una malafede, a una cattiva coscienza. Quel murales ha scritto sotto due parole sulle quali dovremmo essere tutti d’accordo. Darne una lettura ideologica e di parte e dire che quello è un murales della Camorra è una lettura tossica che cambia il significato delle parole Verità e Giustizia - ha sottolineato Celestini - Se io punto il dito contro le istituzioni per averle (la Verità e la Giustizia, ndr) c’è qualcuno forse delle istituzioni che si sente colto sul vivo. La giustizia può essere riparatoria ma non vendicativa. Non ci dobbiamo vendicare nei confronti di una comunità che la sostiene. Noi dobbiamo far capire che siamo vicini a quella famiglia. Nel momento in cui la società si distrae lì c’è il vero pericolo della malavita perché la malavita si organizza molto più velocemente delle istituzioni». 

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Il presidio in memoria del ragazzo è stato scandito da diversi interventi di parenti e amici che hanno espresso pubblicamente il loro dolore per la perdita di Ugo. La manifestazione si è poi trasformata in un corteo che ha sfilato per via Toledo e piazza Plebiscito fino a via Generale Orsini, luogo dove il quindicenne dei Quartieri è stato raggiunto da tre proiettili. Qui la mamma e il padre hanno posato un mazzo di fiori e le persone che gli erano vicine gli hanno reso omaggio davanti a un altarino di sue fotografie. La commemorazione si è poi conclusa con un lancio di palloncini bianchi e azzurri sulle note di una delle canzoni preferite di Ugo. 

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