Giugliano, pranzo per i bimbi rom: ma non vanno più a scuola

Giugliano, pranzo per i bimbi rom: ma non vanno più a scuola
di Maria Rosaria Ferrara
Lunedì 20 Maggio 2019, 08:43 - Ultimo agg. 10:18
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Un piatto caldo, un tavolo intorno al quale mangiare e soprattutto con un tetto sulla testa. Ha avuto le sembianze di una domenica normale quella di ieri per i 105 bambini rom sgomberati dal campo di Giugliano e che vivono dal 10 maggio in auto o furgoni all'interno di un piazzale di via Carrafiello. Tutto questo è stato possibile grazie all'iniziativa di un parroco, don Francesco Riccio, che dall'inizio sta seguendo questa vicenda passo passo, aiutando le 73 famiglie con la Caritas parrocchiale di San Pio X. Ed è proprio lì, all'interno della chiesa, che sono stati invitati tutti i minori della comunità rom per il pranzo della domenica. Ad attenderli un grande tavolo a forma di U, un piatto di pasta al sugo, cotolette, polpette, patatine fritte e dolci. Un pasto che in una qualsiasi famiglia sembrerebbe normale, di routine, ma che i piccoli ospiti hanno accolto con occhi increduli.
 
Inizialmente solo in cinquanta avevano accettato l'invito di don Francesco, poi sono stati loro stessi ad allertare gli altri che, increduli e forse un po' diffidenti, erano rimasti al nuovo accampamento. In pochi minuti quei cinquanta si sono raddoppiati. A tavola erano ben centoventi tra rom e fedeli della comunità parrocchiale che hanno cucinato, apparecchiato e pranzato con loro. Anche Mimì, sacrestano della San Pio X da cinquant'anni, ha lasciato moglie e figli a casa e preferito trascorrere la domenica circondato da quelle decine di bimbi e ragazzini. Quindici i volontari che da sabato si sono rimboccati le maniche e hanno preparato il necessario. Al termine della messa il sacerdote ha fatto sapere dall'altare che in chiesa stavano per arrivare dei bambini per il pranzo. In tanti si sono mobilitati e hanno comprato beni di prima necessità per contribuire all'iniziativa. Una piccola, prima che iniziasse il pasto, ha strappato un sorriso a tutti. Dopo aver lavato le mani in bagno ha portato con sé un fazzoletto e chiesto ai volontari: «Dove posso buttarlo?».

«La risposta più bella l'ho avuta dalla mia comunità che senza che io chiedessi nulla mi ha supportato e ha deciso di restare a pranzo con quei bambini - ha commentato don Francesco - È un gesto molto importante perché comunica a quei piccoli che non solo gli offriamo un piatto caldo ma che mangiamo con loro. Quello che sto provando a fare in questi giorni è far capire alla comunità rom che c'è un luogo, la parrocchia, dove troveranno sempre una porta aperta». Tra di loro c'era anche la piccola Ginevra, appena quindici giorni di vita, che per la prima volta da quando ha lasciato l'ospedale dove è venuta al mondo ha avuto un tetto e una culla dove stare per qualche ora.

Per domani a Giugliano è convocata una conferenza stampa dall'associazione 21 luglio che intende entrare nel merito della decisione della Corte europea dei diritti dell'uomo che ha imposto al governo di fornire un alloggio ai 450 sfollati. La paura che serpeggia nella comunità in queste ore è quella di un nuovo sgombero. Temono infatti che da un momento all'altro possano arrivare le forze dell'ordine e allontanarli anche da via Carrafiello. Questo è uno dei motivi per cui i bambini non stanno più frequentando la scuola da oltre dieci giorni.
 
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