Una discarica sull'arenile di Torre Annunziata: scattano i sigilli

Una discarica sull'arenile di Torre Annunziata: scattano i sigilli
di Raffaele Perrotta
Venerdì 15 Dicembre 2017, 11:15
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TORRE ANNUNZIATA - La guardia di finanza di Torre Annunziata, su disposizione del Tribunale oplontino, ha sequestrato la metà dell'arenile di Rovigliano, circa 137 mila metri quadrati, perché utilizzati come discarica abusiva di rifiuti speciali pericolosi e di quelli urbani. I militari delle fiamme gialle, agli ordini del colonnello Geremia Guercia, dopo indagini articolate hanno chiuso la vasta area demaniale compresa tra via Saline e via Solferino, grande quanto tredici campi di calcio. Durante l'operazione i finanzieri hanno trovato 80mila metri cubi di rifiuti, composti principalmente da amianto, asfalto, pneumatici, carcasse di animali, materiale edile di risulta e residui di vetroresina bruciata.

Proprio l'amianto è quello che ha destato particolare preoccupazione agli uomini della caserma di corso Garibaldi: smaltito abusivamente lungo l'arenile e dentro l'ex capannone industriale della Deriver, è stato ritrovato rotto e esfoliato, senza alcuna protezione dagli agenti atmosferici e a ridosso del mare, con il rischio concreto di dispersione sia nel terreno che nell'atmosfera. L'inalazione delle fibre di amianto può determinare l'insorgere di gravi patologie tumorali, per questo l'intera area è risultata particolarmente pericolosa per l'incolumità pubblica. Quindi la decisione di porla sotto sequestro fino alla bonifica.

La situazione degli sversamenti nella zona delle sette scogliere il nome del tratto di costa di Rovigliano non è certo una novità, ma di fatto è un'altra tegola che si è abbattuta sull'amministrazione guidata dal sindaco Vincenzo Ascione, che fin dall'insediamento di luglio ha dovuto fronteggiare una serie di emergenze, come quella drammatica dei crolli che ha caratterizzato tutta l'estate. «Se non dovessimo riuscire a rimuovere i rifiuti con le nostre risorse, vorrà dire che la Regione ed il governo dovranno darci una mano come hanno fatto con la Terra dei fuochi». È una delle ipotesi al vaglio del primo cittadino Ascione che, però, vuole avere contezza della reale situazione: «Aspetto di conoscere la stima ufficiale del problema attraverso anche un piano di caratterizzazione dei suoli. Quindi il costo per lo smaltimento, la bonifica dell'intera area ma anche quello per la messa in sicurezza e la chiusura dei luoghi. Non ha senso pulire e lasciare l'arenile aperto a nuovi sversamenti».

Ma il paradosso dell'attuale situazione è che proprio su una parte dell'arenile di Rovigliano, quella interessata al sequestro delle fiamme gialle, dovrebbe sfociare una seconda foce artificiale del fiume Sarno, uno dei corsi d'acqua più inquinato d'Europa. Si tratta di uno scolmatore che dovrebbe entrare in funzione in caso di piene eccezionali del corso d'acqua, evitando le esondazioni soprattutto sul lato di Castellammare, ma portando con l'acqua il carico inquinante. «Con la Regione c'è una dialettica in corso, è nostro obiettivo ha concluso il sindaco Ascione spostare la seconda foce più vicina a quella naturale, piuttosto che dove previsto dal progetto».
 
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