Unilever, porta in faccia ai sindacati sul licenziamento dei 106 lavoratori

Unilever, porta in faccia ai sindacati sul licenziamento dei 106 lavoratori
Giovedì 25 Ottobre 2018, 12:35 - Ultimo agg. 13:54
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Braccio di ferro tra sindacati di categoria e vertici dell'Unilever (ex Algida), l'azienda multinazionale che produce gelati nella zona Asi di Pascarola. Dopo l'annuncio nei giorni scorsi dei 106 licenziamenti e del passaggio di 101 lavoratori dal contratto full time a part time, l'azienda olandese ha ora revocato anche l'incontro convocato per domani venerdì (ore 9) con i rappresentanti sindacali di categoria e della Rsu di fabbrica.

L'incontro fissato all'indomani della proclamazione dello stato di agitazione e dello sciopero di mezz'ora per ognuno dei tre turni, attuato in maniera unitaria dalle organizzazioni sindacali di Fai-Cisl, Flai-Cgil, Uila-Uil e Ugl, era stato programmato proprio per discutere del piano dei tagli aziendali con l'obiettivo di scongiurare i licenziamenti ed il cambio di status da lavoratori a tempo pieno a dipendenti precari. Ma ora un eventuale accordo tra le parti sembra già svanito.
 
«Preso atto della volontà delle organizzazioni sindacali e della Rsu dello stabilimento di Caivano di proseguire il pacchetto di scioperi sui tre turni produttivi - si legge nella nota emanata dalla direzione del personale dell'Unilever - la scrivente società revoca l'incontro previsto per venerdì 26 ottobre non sussistendo le condizioni per un dialogo fra le parti».

La querelle tra sindacati, Rsu e azienda, era iniziata subito dopo il comunicato dell'Unilever sui tagli dei posti di lavoro. In campo al fianco dei lavoratori si erano schierati immediatamente i rappresentanti provinciali e regionali delle organizzazioni sindacali del settore Fai-Cisl, Flai-Cgil, Uila-Uil e Ugl, che attraverso i rispettivi responsabili, Francesco Fattoruso, Carmine Franzese, Maurizio Vitiello e Maurizio Figlioli, avevano rigettato con forza il piano aziendale, comunicando alla stessa società, attraverso una nota unitaria, le azioni intraprese e sottolineando di non «essere disponibili ad accettare questa ricetta piovuta dall'alto, ma di auspicare un serio tavolo di confronto con l'azienda che rimetta davvero al centro del progetto Unilever il sito di Caivano».

Da annotare che il piano dei tagli predisposto dall'Unilever prevede anche la dismissione di almeno due linee di produzione e la terziarizzazione del reparto celle attraverso cessione di ramo d'azienda. L'azienda del polo industriale della grossa frazione di Pascarola punta a ridurre i costi di gestione. Ma l'eventuale messa a regime porterebbe ad un'ulteriore perdita di posti di lavoro in un martoriato territorio, dove la percentuale di disoccupazione fa già registrare indici molto alti. Intanto cresce la preoccupazione tra i dipendenti, che vedono a rischio il loro posto di lavoro.

Ai loro occhi si presenta un futuro incerto. Pieno di incognite. E lo sconforto aleggia nell'aria. «La società - chiosano alcuni operai - con queste decisioni ha intenzione di ridurre i costi del reparto celle ed impiegare così i lavoratori in attività stagionali». «Le tecnologie attuali dello stabilimento di Pascarola - aggiungono altri lavoratori - riescono a soddisfare le richieste di mercato anche con soli otto mesi di produzione all'anno». L'opificio della zona Asi di Pascarola rappresenta uno dei siti produttivi più grandi d'Europa dell'Unilever. Circa 1200 sono i dipendenti, compresi i lavoratori stagionali. Attualmente le fabbriche ubicate nella zona Asi di Pascarola sono circa 80, di cui una settantina in attività, che fanno parte anche del consorzio Asi di secondo livello. In passato il territorio è stato spesso in balìa di vandali e ladri, che con i loro assalti notturni agli impianti e furti delle attrezzature hanno costretto diverse fabbriche alla chiusura.
 
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