«Unità raccolta mobile di sangue», basta una domanda e il camioncino dell'Avis chiude le porte

«Unità raccolta mobile di sangue», basta una domanda e il camioncino dell'Avis chiude le porte
di Nunzia Marciano
Mercoledì 15 Novembre 2017, 13:56 - Ultimo agg. 13:59
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«Unità raccolta mobile di sangue», una scritta quantomeno anonima quella che campeggia sul camioncino stazionato oggi in via Aldo Moro, a San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli. Lecito domandarsi per chi si stia raccogliendo il sangue alla luce delle ultime vicende che hanno coinvolto l’Avis, provocando una promessa di dimissioni del responsabile in Campania. Ed è il medico responsabile del camper a confermarlo: alla domanda «Per chi state raccogliendo il sangue?», la prima risposta è «Cardarelli», intendendo il nosocomio napoletano, poi su suggerimento la correzione: «Per l’Avis». Difficile capirlo al primo sguardo, visto che l’unica indicazione è una piccola scritta nella parte davanti, ben lontana dai mega stemma dell’associazione. Anche la postazione con banchetto di fronte il camper, è particolarmente anonima. La risposta al perché della scomparsa degli stemmi sta in un singolare «Stiamo facendo le grafiche nuove».
 

Fare video in un luogo pubblico a un camioncino di raccolta sangue è lecito, ma attira l’attenzione e provoca le domande di un individuo che si qualifica come «autista del mezzo» e che chiede (illegittimamente) generalità, prima di attaccarsi al telefono avvisando qualcuno che «è tornata la giornalista». Insomma, l’Avis sta «rifacendo le grafiche» e intanto raccoglie sangue con camioncini anonimi che dieci minuti dopo le prime domande chiudono la porta.
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