Universiadi, Arbore: «Napoli sembra diventata Los Angeles»

Universiadi, Arbore: «Napoli sembra diventata Los Angeles»
Giovedì 11 Luglio 2019, 16:54 - Ultimo agg. 16:57
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«Ho strabuzzato gli occhi quando seguendo la cerimonia di apertura delle Universiadi ho visto l'accoglienza entusiasta del pubblico napoletano. Sembrava di essere a Los Angeles, ho visto una Napoli californizzata». Renzo Arbore, che questa sera con la sua Orchestra Italiana si esibirà all'Arena Flegrea, all'interno della Mostra d'Oltremare, quartier generale delle Universiadi 2019, parla di «un'organizzazione meravigliosa, perfetta».

«Siamo qui per festeggiare le Universiadi - dice Arbore - con un grande concerto musical-sentimentale. In questa stagione bellissima di sole splendente fare un grande concerto in questa città con tutte le canzoni più belle, anche con qualcuna che non facciamo solitamente e che vogliamo dedicare espressamente al pubblico napoletano, è davvero una grande emozione. Non canterò 'E lucean le stellè perché come si sente dalla voce un pò rauca non mi verrebbe bene, però le canzoni e le canzonette che sono nel nostro Dna le facciamo sempre con grande simpatia».

Per Arbore le strepitose vittorie delle donne in questa competizione, e soprattutto delle italiane, «fanno molto piacere e sono un grande segnale». «Finalmente - dice lo showman - abbiamo scoperto le donne sportive. Le donne, le italiane di ogni colore ci hanno fatto emozionare. La televisione ha un pò anticipato tutto questo. Avete visto come sono più brave le donne degli uomini in tv?». «Con molto ritardo - continua - stiamo scoprendo le capacità straordinarie delle donne. È qualcosa di cui bisogna parlare apertamente, perché finora l'argomento è stato un pò sottaciuto. Io tanti anni fa, quando in tv le uniche donne erano solo due o tre vallette e due giornaliste, io mi inventai le ragazze parlanti». Dalle campionesse italiane di origine straniera, come Daisy Osakue e Ayomide Folorunso che hanno fatto impazzire i tifosi, secondo Arbore viene una grande lezione: «Siamo un paese multiculturale da anni e dovremmo esserlo sempre di più. Così succederà»
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