Università, sesso in cambio di voti a Napoli. Spunta una teste: è una ex alunna

Università, sesso in cambio di voti a Napoli. Spunta una teste: è una ex alunna
di Leandro Del Gaudio
Mercoledì 13 Maggio 2020, 10:31
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Ha raccontato la propria esperienza come studentessa della facoltà di Giurisprudenza e, in particolare, come alunna del docente Angelo Scala. E la sua voce rischia di diventare quella della prima testimone di accusa, in un'inchiesta andata avanti senza denunce, scandita in questa prima fase solo da filmati e intercettazioni. Eccola la prima svolta della vicenda giudiziaria che ha colpito il docente di procedura civile, da qualche giorno raggiunto da un decreto di sospensione per nove mesi dall'insegnamento universitario. Una mattinata di istruttoria, c'è una studentessa che ha risposto alle domande dei pm, offrendo il proprio contributo alle accuse di induzione indebita a carico del docente. Come è noto, Scala è accusato di aver fatto valere il proprio ruolo per ottenere rapporti sessuali da alcuni alunni (parliamo di studenti e di studentesse), in cambio di voti favorevoli all'esame. Una vicenda esplosa su alcuni circuiti social, non passa inosservata la determinazione di una studentessa che - in questi giorni - ha rifiutato ogni contatto con i giornali, ma ha deciso di rispondere alle domande degli inquirenti. Inchiesta condotta dai pm Francesco Raffaele e Henry John Woodcock, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Giuseppe Lucantonio, si attendono gli esiti dell'interrogatorio di garanzia previsto nei prossimi giorni dinanzi al gip Simona Cangiano. Una ventina di studenti indagati, anch'essi ritenuti complici - a vario titolo - di un rapporto distorto con il docente di procedura civile. In molti casi, il linguaggio captato è poco consono alle dinamiche ordinarie tra un professore universitario e i discenti, mentre in un paio di episodi si percepisce la disponibilità da parte del docente ad offrire il proprio servizio per favorire la carriera universitaria dello studente di turno. In alcuni casi, si sarebbe offerto di versare le quote delle rette universitarie, in altri avrebbe anche assicurato il proprio contributo per mediare con alcuni colleghi, pur di mantenere un rapporto intimo con gli studenti.

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LE VERIFICHE
Caccia ai riscontri, caccia alle verifiche, in una vicenda in cui Angelo Scala non ci sta e protesta la correttezza della propria condotta. Difeso dal penalista napoletano Claudio Botti, il docente ha parlato di un colossale equivoco, ricordando anche che nessuno dei suoi studenti ha mai inoltrato denunce o rilievi in merito al suo operato. E non è tutto. Scala sostiene di poter dimostrare di non aver mai versato un euro in favore dei propri studenti, di non aver mai avanzato alcuna richiesta di «raccomandazione» a uno dei suoi colleghi. Ricostruzioni che fanno leva sul materiale intercettato, tra filmati hot e conversazioni, che ora fanno i conti con la testimonianza di una studentessa: la prima teste, nell'inchiesta sul sesso in cambio di voti, all'ombra di Giurisprudenza.
 

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