Vaccini a Napoli, intervista a Verdoliva: «Medici di base, stop ritardi: già sprecati dieci giorni»

Vaccini a Napoli, intervista a Verdoliva: «Medici di base, stop ritardi: già sprecati dieci giorni»
di Ettore Mautone
Giovedì 6 Maggio 2021, 11:00 - Ultimo agg. 19:37
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Un imponente sforzo vaccinale quello profuso dall'Asl Napoli 1 a partire dal V-day del 27 dicembre 2020: a dirlo sono i numeri: 239.827 prime dosi, 83.427 seconde dosi, per complessivi 323.254, su un totale di poco meno di 1,9 milioni di punture effettuate in Campania al 3 maggio scorso. Dopo una partenza in sordina a causa delle poche fiale ricevute da Roma, l'azienda sanitaria partenopea si è messa in carreggiata e oggi è il punto di forza di una macchina regionale da 40mila inoculazioni al giorno di media (con punte di 46mila e 47mila, target di riferimento nazionale). Anche le file interminabili e i disagi degli esordi, nonostante restino ancora nodi da sciogliere, hanno fatto posto ad un'organizzazione apprezzata dagli stessi utenti. Difficoltà che in questi giorni si palesano soprattutto nell'iperafflusso, che paralizza il traffico verso Capodichino, le difficoltà a raggiungere gli anziani non deambulanti, il non riuscire a garantire la vaccinazione nel Centro più vicino a casa, la medicina del territorio a mezzo servizio con i medici di famiglia vaccinatori che vorrebbero avere libero accesso alle dosi e l'Asl che invece chiede soprattutto prestazioni domiciliari. Poi specialisti ambulatoriali al palo e poco utilizzati, farmacie nel limbo, tante dosi di AstraZeneca che si accumulano nei frigo a causa dei rifiuti, la vaccinazione nelle aziende che muove i primi passi. 

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Ingegnere Ciro Verdoliva, manager della Asl Napoli 1: la campagna di vaccinazione di massa richiederà sempre più un accesso capillare per ridurre i disagi della popolazione e rimuovere molte resistenze su alcuni tipi di vaccini. Come state programmando le nuove scadenze?
«Abbiamo costruito una rete con grandi hub, come Mostra d'Oltremare e hangar Atitech.

Centri di medie dimensioni, come Stazione Marittima, Fagianeria del Real Bosco di Capodimonte o Museo Madre, e punti vaccinali itineranti. A questo si aggiungono collaborazioni importanti come quella realizzata con Eav. Altri sono in attivazione».

Come evitare l'imbuto dell'accesso in aeroporto?
«Siamo partiti con un'offerta di 250 posti auto messi a disposizione gratuitamente da Atitech ma già da oggi (ieri, ndr) i posti sono passati a 950 grazie ad un'ulteriore disponibilità di Atitech e Gesac. E la tangenziale è tornata libera»

La medicina di famiglia reclama un libero accesso alle dosi per programmare una vaccinazione più capillare nei propri studi.
«Abbiamo organizzato la consegna ad ogni singolo studio con diverse tipologie di vaccino, garantendo la catena del freddo. Abbiamo anche dato la disponibilità, a partire da lunedì scorso, a consegnare presso l'hub farmacia di Mostra d'Oltremare direttamente ai medici. Resta inteso che per ciascuna consegna è necessaria una puntuale rendicontazione di ogni singola dose somministrata rispetto alla precedente fornitura. I dati vanno su piattaforma Sinfonia. La disponibilità per ulteriori modalità organizzative è massima ma in fatto di vaccini anti Covid il concetto di libero accesso ad oggi non può esistere».

Per le domiciliari i medici dicono che sono pronti a realizzare squadre di 20 o 30 camici bianchi anche con le guardie mediche per raggiungere i pazienti anche di altri loro colleghi non vaccinatori.
«È una proposta prospettata da una decina di giorni ma al momento è rimasta solo una proposta. Saremmo lieti di poter contare su questo aiuto. Con vaccinazioni capillari si può veramente fare la differenza. È giusto sottolineare l'impegno dei medici di medicina generale che hanno aderito alla campagna vaccinale e stanno lavorando bene e duramente».

Ci sarà spazio per i centri vaccinali dei distretti, la specialistica ambulatoriale, gli odontoiatri, i punti di accesso alla medicina accreditata?
«Chiunque voglia rendersi disponibile ad essere medico vaccinatore è ben accetto, servono però accordi regionali a valle dei quali certamente recluteremo chi si renderà disponibile».

Ci saranno gli open day senza prenotazione per smaltire le dosi di AstraZeneca rifiutate e non utilizzate?
«Sono una strada importante, le dosi vanno somministrate tutte. Ove dovessimo riscontrare un rallentamento nelle adesioni prenderemmo in seria considerazione ogni modalità utile a cambiare passo».

La vaccinazione nelle aziende: quando e come si parte?
«Siamo già partiti con il centro vaccinale Eav per il mondo trasporti; possiamo procedere parallelamente alla nostra campagna vaccinale. Il punto chiave è sempre la disponibilità vaccini».

C'è un'ipotesi di data per le vaccinazioni ai 40enni?
«Arriverà presto anche il momento delle fasce d'età under 50 ma siamo sempre vincolati alle forniture di dosi».

Vaccinare tutta la popolazione della città di Napoli entro l'estate: un obiettivo realistico?
«Si se guardiamo alla macchina organizzativa regionale. È l'obiettivo che ci ha assegnato il presidente De Luca. Personalmente condivido questa visione e la necessità di procedere a questo ritmo, dosi permettendo».

Recupero vaccinale per chi ha rifiutato, rinunciato: c'è una strada praticabile?
«Quando avremo completato con la lista delle adesioni provvederemo anche a riconvocare i cittadini che hanno rifiutato. Per alcune categorie abbiamo già fatto delle seconde e terze convocazioni».

E chi non si è mai prenotato? È ipotizzabile una strategia di medicina di iniziativa attraverso medici di famiglia e le farmacie?
«Il nostro obiettivo è vaccinare, non abbiamo un atteggiamento punitivo bensì di invito e di dialogo, chiunque potrà sempre aderire alla campagna. Non bisogna essere diffidenti ma affidarsi. I vaccini utilizzati in Europa sono più che controllati». 

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