Vaccini in Campania, sprint dei 40enni:
«Siamo tutti pronti a tornare liberi»

Vaccini in Campania, sprint dei 40enni: «Siamo tutti pronti a tornare liberi»
di Melina Chiapparino
Martedì 18 Maggio 2021, 23:33 - Ultimo agg. 19 Maggio, 17:47
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«Convinti provax e finalmente liberi dalla paura del Covid». Le parole degli over 45enni napoletani, protagonisti ieri del loro primo giorno di campagna vaccinale, sono state in perfetta sincronia con i dati che ne hanno documentato la grande partecipazione. La categoria dei cittadini compresi tra il 45 e i 49 anni, ha fatto registrare quasi il 100% di presenze rispetto alla platea di 3000 convocati ieri. 

La maggior parte dei napoletani, tra i 45 e i 49 anni, ha vissuto l’isolamento della pandemia «con prudenza e osservando scrupolosamente le regole», come ha raccontato Mario Demma, 46enne che, senza alcuna esitazione, ha atteso sveglio l’apertura della piattaforma allo scoccare della mezzanotte tra venerdì e sabato. «Sono stato chiuso in casa insieme alla mia famiglia facendo la massima attenzione e finalmente il vaccino rappresenta il primo passo verso la normalità» ha spiegato Mario, ammettendo di attendere con ansia «di tornare allo stadio per tifare Napoli».

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L’immunità per la categoria che più di altre, rappresenta il tessuto produttivo della società, è stata descritta come una questione sia “psicologica” che “economica”. Nel primo caso, c’è chi ha vissuto il vaccino “con emozione” come Rosaria Capodanno, 48enne, impiegata in un’azienda, costretta a vivere distante dal padre malato. «Durante la pandemia non ho potuto accudire mio padre come avrei voluto e non c’è stata la possibilità di fargli i funerali» ha detto addolorata la donna che ha vissuto mesi con la perenne preoccupazione di poter contagiare i genitori e vede nel vaccino «una grande speranza per tornare alla normalità”. Allo stesso tempo, “il vaccino rende possibile la ripresa di molte attività e, permetterà a tante categorie professionali penalizzate di poter tornare a lavorare» come ha sottolineato Eugenio Di Martino, consulente informatico che ieri sperava di «non fare AstraZeneca» ma sarebbe comunque stato «disposto a ricevere qualsiasi vaccino». 

La convinzione degli over 45 non prescinde da ricordi dolorosi ed esperienze emotivamente significative a causa del Covid. «Ho avuto la sfortuna di perdere una collega di 53 anni che non è sopravvissuta al virus, nonostante il ricovero in ospedale» ha raccontato Luigi Del Checcolo, 49enne in forza al personale amministrativo dell’Università di Napoli Federico II.

«Questa esperienza così vicina mi ha segnato ma, in ogni caso, non dobbiamo dimenticarci tutti i morti e le sofferenze provocate da questa pandemia e dobbiamo assolutamente vaccinarci tutti» ha insistito Luigi che desidera più di tutto «eliminare le mascherine e ritornare a guardare i volti delle persone». Per tanti, la sofferenza della pandemia è stata inevitabilmente legata alla necessità di distanziarsi persino da genitori e figli ed il vaccino, significa soprattutto riconquistare abbracci. «Io e mio marito siamo stati costretti a stare lontani da nostro figlio per tre mesi- ha raccontato Fortuna Zappia, 46enne - continuavamo a lavorare in presenza in azienda e avevamo paura di contagiare sia lui che mia suocera che era con noi a casa».

«L’immunità è una liberazione e soprattutto un modo per vincere la paura» ha ribadito Fortuna. Infine, il pensiero degli over 45 è sicuramente a favore delle riaperture e del ridimensionamento delle restrizioni ma «con la massima garanzia di sicurezza e, preferibilmente con premi e incentivi per gli imprenditori che in questo momento si stanno rimettendo in gioco» ha concluso Barbara Nappi, 49enne napoletana anche lei nella schiera dei «convinti provax». 

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