Furbetti dei vaccini in Campania, finti diabetici nel mirino della Procura

Furbetti dei vaccini in Campania, finti diabetici nel mirino della Procura
di Leandro Del Gaudio
Giovedì 22 Aprile 2021, 00:00 - Ultimo agg. 20:03
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C’è chi vive da tempo a Roma o a Firenze e ha fatto richiesta di vaccinarsi a Napoli, in qualità di care giver di una donna anziana e fragile - la nonna - per la quale è stata fatta richiesta da altri parenti: altri cugini o nipoti che hanno indicato la stessa donna anziana e fragile - la nonna, sempre lei - come la persona da accudire in questa nuova stagione di pandemia. E non è l’unico caso, tra quelli segnalati dalla Asl Napoli uno, al punto tale da far scattare l’apertura di un fascicolo ad hoc in Procura. Nell’esercito di furbetti del vaccino - o presunti tali - c’è decisamente altro. Ci sono quelli che non si sono presentati, o meglio, che hanno voltato le spalle dinanzi alla prospettiva di firmare una autocertificazione prima di farsi vaccinare. Erano lì in fila lo scorso 15 aprile, a poche decine di metri dagli stand della Mostra d’Oltremare, convinti di averla svangata.

Poi, quando hanno capito che bisognava firmare un attestato, hanno preferito fare retromarcia. Chi sono? Finti diabetici, per lo più. Giovani (età media cinquanta anni), qualcuno in passato alle prese con disfunzioni tiroidee, qualcun altro con una appena accennata pinguedine (ma non tale da giustificare l’inserimento in una categoria di fragilità), fumatori incalliti che denunciano non meglio chiariti affanni respiratori. Sono quelli su cui batte ora la Procura di Napoli, nel corso dell’inchiesta che punta a fare chiarezza sulla storia di chi si è vaccinato (o almeno ci ha provato) senza rispettare le griglie di età e fragilità del governo Draghi. Al lavoro i pm Antonello Ardituro, Maria Di Mauro, Henry John Woodcock, sotto il coordinamento dell’aggiunto Giuseppe Lucantonio, in campo i milirari del Nas agli ordini del colonnello Vincenzo Maresca e gli agenti della Mobile del primo dirigente Alfredo Fabbrocini.

Pochi giorni fa, il blitz, con l’acquisizione di elenchi negli uffici della Asl Napoli uno. Doverosa una premessa: parliamo di una vicenda nata dalla segnalazione fatta venerdì scorso dal manager Ciro Verdoliva, dopo aver riscontrato alcune anomalie all’interno degli stand della Mostra d’Oltremare.

Ricordate cosa avvenne una settimana fa? Ressa e file chilometriche, ore ad attendere il vaccino, equilibri saltati. C’è chi non vuole firmare l’autocertificazione, dopo aver acquisito il diritto all’antidoto contro il virus segnalando casi di fragilità o obblighi da osservare nell’assistenza di un parente.

E sono queste le due categorie su cui va avanti lo screening degli inquirenti. Furbetti o sedicenti malati. Finti diabetici o assistenti fantasma di fragili veri. Categorie all’ombra delle quali c’è chi ha provato a speculare. Non mancano casi eccentrici, come per altro segnalato in questi giorni da alcuni medici vaccinatori: attorno alla stessa persona anziana, uomini e donne di ottanta-novanta anni, ci sono troppi care giver che si sono fatti avanti. Tre o quattro nipoti per la stessa nonna, con anomalie che - già attraverso il primissino screening - non potevano non saltare all’occhio: ci sono care giver che vivono lontano dalla persona da accudire e che - in linea teorica - dovrebbero percorrere oltre duentochilometri al giorno per stare accanto alla zia o alla nonna. Stranezze, anonalie, possibili nodi da sciogliere. Un filone di indagine che va avanti anche alla luce di un primo allarme sollevato nella prima metà di gennaio, quando è decollata la campagna vaccinale a Napoli e in Campania. Stesso scenario di questi giorni, sempre nella Mostra d’Oltremare. Anche nella primissima fase di somministrazioni ci sono state delle criticità puntualmemte segnalate e finite al centro di verifiche investigative. Scene purtroppo note: lunghe file sotto la pioggia battente e il freddo di gennaio, gruppi di persone che si aggiungono in coda e che riescono ad ottenere il vaccino, strappando - per forza di cose - anche la possibilità di ottenere il richiamo. 

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Ma torniamo al blitz di qualche giorno fa, torniamo agli elenchi acquisiti dalla Procura di Napoli. Si lavora su due ipotesi di reato: il falso (qualora qualcuno abbia dichiarato nero su bianco di essere alle prese con patologie soltanto inventate); e il peculato (qualora un pubblico ufficiale si sia appropriato di un bene prezioso come il vaccino, senza averne il diritto). Ci sono esponenti della pubblica amministrazione che hanno ottenuto il siero antivirus prima del tempo? Verifiche in corso, in uno scenario investigativo che si muove su grandi numeri, sempre e comunque attorno alla storia degli elenchi acquisiti. Indagini a ritroso, si parte dai nomi segnalati dalla Asl (quelli che erano attesi giovedì scorso alla Mostra) per risalire alle prenotazioni iniziali, quelle - per intenderci - avvenute attraverso le piattaforma di Asl e Soresa. Basta un incrocio di informazioni tra chi si è prenotato tra care giver o tra i pazienti fragili e chi si è presentato alla Mostra per avere un quadro chiaro dello strano esercito di persone finite al vaglio della magistratura. Cento e passa nomi, l’inchiesta ora attende riscontri in vista di quella che è destinata a diventare - è questa la speranza - una campagna di vaccinazione di massa. 

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