Vaccini a casa, in Campania si parte ma 65 medici danno forfait: «Tutti sanzionati»

Vaccini a casa, in Campania si parte ma 65 medici danno forfait: «Tutti sanzionati»
di Ettore Mautone
Giovedì 25 Marzo 2021, 23:35 - Ultimo agg. 27 Marzo, 09:23
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Semaforo verde ai medici di famiglia vaccinatori in città: oggi saranno consegnate le prime dosi di Moderna da conservare nei frigoriferi degli studi e da domani saranno immunizzati i primi pazienti fragili e ultra ottantenni non deambulanti raggiunti, rispettivamente, a domicilio ovvero invitati presso gli studi su appuntamento e in orari prestabiliti, a distanza di mezz’ora l’uno dall’altro.

Dopo l’accordo siglato in Regione il 9 marzo scorso, per il coinvolgimento della medicina generale nella campagna vaccinale anti Covid-19, il 17 marzo la Asl Napoli 1 ha ratificato l’intesa su scala aziendale definendo, in quella sede, le modalità organizzative e di partecipazione.

Da quella data i camici bianchi appartenenti a 29 gruppi (Aft, Aggregazioni funzionali territoriali) formati ognuno di 20 o 30 medici organizzati in rete, sono stati chiamati uno a uno, dalla Asl, ad indicare le modalità di adesione. Tutte le aggregazioni hanno risposto alla chiamata ma su 565 dottori convenzionati attualmente attivi in città hanno risposto in 500 (88%). Di questi 168 (il 30 per cento), sono disponibili a vaccinare i pazienti a domicilio o presso il proprio studio, il secondo gruppo formato da 191 dottori, ha invece dato disponibilità a vaccinare ma solo presso le sedi che saranno individuate dalla Asl (non necessariamente dunque vaccineranno i propri assistititi).

Una terza compagine, infine, costituita da 173 camici bianchi (31 per cento) trasmetterà i dati clinici e le anagrafiche dei pazienti fragili sul portale regionale affinché la Asl possa chiamarli anche direttamente. In questo terzo gruppo 32 appartengono alle prime due categorie (pur non avendone l’obbligo trasmetteranno i dati dei pazienti da vaccinare attivando un doppio canale di vaccinazione). Gli altri 141 sono a tutti gli effetti medici “non vaccinatori” disposti unicamente a trasmettere i dati anagrafici.

C’è però un quarto gruppo di 65 medici che non hanno risposto. Tra questi ve ne sono tre o quattro neo pensionati ma gli altri dovranno giustificare i loro silenzi. La Asl ha infatti chiesto alla Regione la valutazione, da parte dell’ufficio che regola le convenzioni con i medici, per un’eventuale attivazione del collegio arbitrale e deferimento al consiglio di disciplina per violazione dell’accordo siglato all’unanimità dalle componenti sindacali. In ogni caso, nei primi 10 giorni di ogni mese, ciascun dottore ha la facoltà di segnalare la volontà di passare in uno dei gruppi vaccinatori anche se avesse inizialmente espresso parere contrario.

«Solo da martedì scorso - avverte il direttore generale della Asl Napoli 1 Ciro Verdoliva - abbiamo ricevuto dosi di Pfizer in quantità tali (19.000 a settimana) che ci permettono di dare un cambio di passo per le categorie over 80, fragili, disabili. Ora si che possiamo garantire migliaia di vaccinazioni al giorno e oltre 20 mila a settimana nonostante fossimo pronti da tempo. Le forniture sono sempre state molto ridotte e poi con lo scatto della seconda dose a 21 giorni praticamente le forniture sono state dedicate per la maggior parte a completare il ciclo vaccinale. Ora possiamo contare su circa 170 medici di famiglia vaccinatori - conclude il manager - che se anche ne facessero 10 al giorno ognuno aumenterebbero di 1.700 le dosi somministrate alle categorie fragili che subiscono disagi a raggiungere i punti vaccinali della città». 

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Ma proprio per queste categorie, chiamate anche ieri a vaccinarsi alla Mostra D’Oltremare dopo le prime migliaia di prenotazioni effettuate sul portale, si sono registrate lunghe code con gli addetti della protezione civile che a una certa ora sono andati via (alcuni chiamati anch’essi a vaccinarsi) e con le postazioni del servizio di accompagnamento rimaste sguarnite. Notevole il disagio patito da pazienti e familiari al seguito. Intanto ieri è slittato ancora a martedì il programmato incontro chiarificatore per dotare circa mille dottori di famiglia, a vario titolo disposti a trasmettere i dati dei pazienti estremamente vulnerabili in piattaforma ma ancora privi di credenziali. «Oggi la Asl ci consegnerà le dosi. Io e come me altri 167 colleghi le abbiamo chieste sin dall’inizio, anche prima dell’accordo. Credo nel ruolo professionale che ricopriamo e rivendico la preziosità delle prerogative dei medici di famiglia - avverte Pina Tommasielli che è anche componente dell’Unità di crisi - comincerò le somministrazioni allo studio sabato mattina con una prima seduta vaccinale chiamando i pazienti ogni mezz’ora. Sono tutti fragili e ultra ottantenni, mi aiuteranno un infermiere e un collaboratore di studio. Ieri abbiamo partecipato a un corso di formazione on line soprattutto per essere resi edotti sulle procedure di registrazione». 

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