Napoli, l'imprenditore Grimaldi: «Vaccini gratis? No, grazie. Pronti a farli a pagamento»

Napoli, l'imprenditore Grimaldi: «Vaccini gratis? No, grazie. Pronti a farli a pagamento»
di Carmen Fusco
Sabato 9 Gennaio 2021, 09:17
4 Minuti di Lettura

«Prima si farà il vaccino, prima il popolo sarà libero e prima si ristabilirà l'economia. Per accelerare il processo dobbiamo consentire che le persone possano rivolgersi autonomamente ai centri laboratori di analisi o alle farmacie oppure ai presidi sanitari e fare il vaccino a pagamento»: è la proposta di Ferdinando Grimaldi, imprenditore del tessile, a capo di numerosi negozi in franchising tra i quali quelli del gruppo Calzedonia, e presidente del Cis di Nola. Ha scritto a titolo personale una lettera aperta inviata a tutti i rappresentanti delle istituzioni, a cominciare da Mattarella. «Vaccini gratis per tutti, per me no», dice invocando una soluzione veloce per il bene della sua salute e delle sue tasche.


Ferdinando Grimaldi, cosa farebbe se potesse decidere come gestire la delicata fase dei vaccini anti Covid?
«Ho sempre pensato che una volta che il vaccino contro il coronavirus fosse stato disponibile, sarebbe stato opportuno che diventasse obbligatorio oppure che lo diventasse di fatto.

Non possiamo obbligare i cittadini al vaccino, ma possiamo far sì che gli operatori commerciali, le strutture pubbliche, le strutture ricettive, le categorie professionali siano libere di accogliere e ricevere nelle proprie strutture solo le persone vaccinate, munite di idoneo certificato. Consentire una propria autonomia di tutela, aiuterebbe certamente a salvaguardare la salute delle persone. Credo che sia necessario, in questo particolare momento storico, accelerare il processo di vaccinazione, ed allo stesso tempo aiutare lo Stato in tale percorso, anche economicamente. Ho sempre considerato l'importanza della tutela della salute dei cittadini; ho sempre ritenuto che il benessere del nostro sistema economico è basato sulle persone e sulla loro salute. Per questo affiderei anche ai privati la possibilità di effettuare i vaccini alla popolazione, ovviamente a pagamento. Un importo calmierato compreso tra i 30 ed i 50 euro».


Ma così l'immunità sarebbe un privilegio per ricchi. Non le pare?
«Penso di no. L'obiettivo è sconfiggere il Covid un giorno prima e non un giorno dopo e lo Stato, da solo, impiegherebbe più tempo per vaccinare tutti gli italiani. Fosse per me istituirei il vaccino sospeso. Inoltre, se chi può pagare si rivolge ai privati le attese saranno minori per tutti».


Lei sta dicendo che i tempi per vaccinare tutti saranno troppo lunghi e quindi per saltare la fila invoca il vaccino a pagamento. Questo vorrà dire che chi non ha la possibilità di vaccinarsi presso i privati dovrà rispettare le priorità stabilite dal Governo e quindi attendere più degli altri. Le sembra giusto?
«È proprio l'inverso; significa agevolare e accelerare il processo di vaccinazione a carico dello Stato della classe economica con maggiori difficoltà, e ottenere invece un aiuto dalle classi economicamente privilegiate che si accollano interamente il costo del vaccino. Significa poter fare un numero di vaccini maggiore; significa agevolare e aiutare il sistema economico delle farmacie, dei laboratori di analisi. Significa contribuire a un miglioramento generale».


Ma come la metteremmo con le dosi che sono contingentate e con il personale sanitario che scarseggia?
«Medici e infermieri ci sono e i vaccini arriveranno. La verità è che la politica pensa poco a questo. Da giorni si dibatte solo di crisi di governo, Recovery Fund e poltrone e invece la priorità è questa: uscire quanto prima da questa situazione».


Eppure con i tamponi affidati ai privati i guasti non sono mancati. Chi ha aspettato settimane per effettuare il test o per conoscere i risultati e chi invece ha pagato ed ha eliminato ogni disagio. Cittadini di serie A e cittadini di serie B...
«Guardi che ho fatto e sto continuando a fare tamponi a tutti i dipendenti. Sarei disposto a farlo anche per i vaccini ma non perché mi ritenga un benefattore. Sono semplicemente convinto che sia questa la strada per uscire in fretta da questa situazione. Non vorrei ripetermi e penso di averlo scritto abbastanza bene nella mia lettera-appello: se arrivano i vaccini e lo Stato non è in grado di farli il privato costituisce un aiuto perché dà spazio a chi non si può permettere di pagare. Tutto questo significa non chiedere nulla allo Stato, bensì aiutarlo nella risoluzione del problema».


Aiutare lo Stato. Da imprenditore la pensava così anche in pieno lockdown?
«Sì. Per quanto mi riguarda ho anticipato la cassa integrazione a tutti i dipendenti che sono dovuti rimanere a casa».

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