Vaccino ai bambini in Campania, somministrazioni nei distretti e nelle scuole: «È la sfida per la normalità»

Vaccino ai bambini in Campania, somministrazioni nei distretti e nelle scuole: «È la sfida per la normalità»
di Ettore Mautone
Venerdì 3 Dicembre 2021, 07:00 - Ultimo agg. 17:15
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Fari puntati in Campania sull'aspetto organizzativo della rete di erogazione del vaccino ai più piccoli. La Regione ha fissato alcuni punti essenziali su cui ogni Asl articolerà la propria offerta. Il principale presupposto è rendere quanto più attiva possibile, accogliente, esaustiva anche nell'informazione ai genitori, con il sostegno di pediatri e altro personale dedicato, compresi psicologi e assistenti sanitari, l'offerta vaccinale per i più piccoli. In base alla disponibilità di specialisti e strutture ogni Asl dovrà attrezzare negli hub, distretti, scuole, presso la rete della pediatria di base, un capillare e sicuro autonomo percorso di accesso alla vaccinazione. 

In Campania i residenti nella fascia 6-11 anni che per la prima volta si affaccia alla vaccinazione antiCovid forma un gruppo di 328.955 individui (il 5,8% della popolazione regionale).

La previsione più ottimistica è di vaccinarne almeno il 50 per cento ma realisticamente si potrebbe arrivare a un terzo. I ragazzi in età scolare tra 12 e 19 anni (circa 506 mila giovani) vaccinati con il primo ciclo sono in 336mila, circa il 67,3 per cento. L'offerta dei vaccini ai bambini sarà molto articolata. Si parte dai centri vaccinali per l'infanzia che insistono in ogni distretto delle Asl (che potranno dunque allargare l'orario di attività anche al sabato e alla domenica come già avviato a Napoli città) alle postazioni dedicate negli hub garantiti da un'assistenza più stretta e capillare. La letteratura scientifica indica che gli eventi avversi con i vaccini a mRna sono limitati a lievi disturbi o dolore nella sede della inoculazione tutte risolte senza strascichi a fronte di molti vantaggi che vanno dalla prevenzione dei casi di iperinfammazione multisistemica Mis C che si sono visti in un caso su 1.000 dei contagi anche asintomatici che colpiscono la popolazione infantile, alla prevenzione dei casi più gravi con gravi miocarditi registrate in misura crescente con infezione da Covid. Infine la riduzione della circolazione virale nelle scuole che inficia le attività formative, limitando la socialità e diffondendo il contagio ai fragili nelle famiglie e nelle comunità. Le Asl potranno stringere accordi poi con le scuole e con la rete dei pediatri di base con l'obiettivo di rendere quanto più prossimale possibile la vaccinazione da erogare nei luoghi frequentati dai bambini stessi. Un accesso alla profilassi da assicurare nei luoghi di cura (ospedali, ambulatori, Santobono, policlinici) per i fragili affetti da malattie rare, genetiche, diabete, dializzati, cronici per malattie oncologiche, disabilità. 

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«La vaccinazione dei bambini da 5 a 11 anni - ha detto ieri il presidente della Regione, Vincenzo De Luca - sarà un passaggio fondamentale per il ritorno alla normalità nelle scuole, ma anche nella società e nell'economia. Avremo luoghi dedicati per la vaccinazione dei bambini, anche negli attuali centri di vaccinazione. Ma vorrei mettere in piedi anche luoghi ad hoc, con la presenza di pediatri, andare nelle scuole, dove per procedere alla vaccinazione sarà necessaria la presenza dei genitori e dove si può creare un clima di maggiore distensione. L'importante - ha concluso - è non diffondere notizie irresponsabili come capita ancora in queste ore».

«Vaccinare nelle scuole non produrrebbe particolari vantaggi - sostiene Antonio D'Avino vice presidente nazionale della Fimp, Federazione italiana medici pediatri - è invece importante l'attenzione che la Regione Campania sta dimostrando sul riconoscimento del nostro ruolo di pediatri di libera scelta. Dal nostro punto di vista il miglior sistema è quello misto, che comprenda sia i grandi hub vaccinali sia gli studi professionali dei pediatri di famiglia dove, con un'adeguata organizzazione coordinata dalla Regione, si può fare la differenza». 

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