Vaccino a Covid a Napoli, i medici di famiglia in campo: «Iniezioni a tutti i pazienti»

Vaccino a Covid a Napoli, i medici di famiglia in campo: «Iniezioni a tutti i pazienti»
di Maria Chiara Aulisio
Mercoledì 13 Gennaio 2021, 08:30
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I medici di famiglia rinnovano con forza la disponibilità a partecipare alla campagna di vaccinazione anti Covid appena partita tra mille difficoltà. Così come avviene in Lombardia, ma non solo - dove è già stato firmato l'accordo tra la Regione e le associazioni dei medici di medicina generale - anche in Campania i sanitari sono pronti a somministrare le dosi nel proprio studio oppure - anche solo in alcuni casi - avvalendosi di strutture messe a disposizione dai comuni o da altri enti territoriali. Stessa disponibilità a vaccinare a domicilio anche nelle Rsa, le residenze per anziani, o ovunque ce ne sia bisogno. «Sono stato in fila sette ore alla Mostra d'Oltremare prima che arrivasse il mio turno - spiega Roberto Barra, medico di famiglia della Fimmg, Federazione nazionale dei medici di medicina generale - sarò anche stato particolarmente sfortunato ma in ogni caso è un tempo inaccettabile: come potrebbe una persona anziana sottoporsi a un tale disagio? Impossibile. Il nostro contributo - aggiunge - diventa necessario per ridurre le attese e agevolare i cittadini». 

È d'accordo Luigi Sparano, segretario della Federazione nazionale dei medici di medicina generale, che parla di cifre: «Ogni medico di famiglia ha in cura circa 1500 pazienti - spiega meglio - in occasione della recente campagna antinfluenzale ciascuno di noi ha somministrato il vaccino almeno a 500 persone, per l'anti Covid potremo riuscire a coprirne anche 700 o 750.

Se si considera che in due settimane gli immunizzati sono stati appena 70mila è facile immaginare quanto il nostro lavoro potrebbe rendere tutto più facile». Un contributo prezioso, dunque, che riuscirebbe a stringere i tempi e a rendere meno complesse le procedure. Senza contare che sono già tanti i pazienti che stanno chiamando i medici di famiglia pensando di potersi prenotare. Ma ci sarebbe pure un altro vantaggio che potrebbe derivare dal coinvolgimento dei medici di base nella campagna anti Covid, quello di riuscire a convincere anche chi - e purtroppo non sono pochissimi - di farsi iniettare il siero contro il virus non ha alcuna intenzione. 

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Una sollecitazione indispensabile, la loro, considerato che allo stato attuale, per espressa volontà del governo, non è previsto alcun obbligo in tal senso: «Solo noi conosciamo individualmente i nostri pazienti e possiamo agire sul loro convincimento a vaccinarsi. - aggiunge il dottore Barra - È una partita che vogliamo giocare. Sono convinto che coinvolgerci sarebbe molto vantaggioso per l'efficacia del piano anti virus». Sul fatto che bisogna fare presto non c'è alcun dubbio. Sarebbe complicato proseguire la campagna di vaccinazione qualora si manifestasse una terza ondata di contagi. Su un punto però non c'è da discutere: i medici di famiglia non potranno disporre dei congelatori in grado di conservare i vaccini a meno 70 gradi. «Dunque - spiegano Barra e Sparano - dobbiamo attendere che arrivino le fiale AstraZeneca o comunque un tipo di farmaco simile a quello antinfluenzale la cui conservazione non richieda temperature così basse». Il vaccino AstraZeneca, infatti, realizzato in collaborazione con l'università di Oxford, è ritenuto uno dei più promettenti tra quelli sviluppati fin qui: sia per i costi di produzione più bassi sia perché - come spiegano i medici di medicina generale - è più facile da conservare. La trattativa ora è sul rimborso. «Si tratta di un servizio extra che offriamo - concludono i medici della Fimmg - e come sempre accade deve essere remunerato. Su questo non c'è dubbio». 

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