Vaccino Covid a Napoli anche agli studenti di Medicina: «Così torniamo in corsia»

Vaccino Covid a Napoli anche agli studenti di Medicina: «Così torniamo in corsia»
Martedì 12 Gennaio 2021, 20:24
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«Viviamo un periodo difficile e per me è un onore essere il primo studente della Vanvitelli vaccinato, sono emozionato ma lo vivo con serenità». Lo afferma Mario Ascione, 25enne studente di Medicina al sesto anno che stamattina è stato il primo vaccinato dell'ateneo al Policlinico di Napoli. L'Università Vanvitelli ha iniziato infatti oggi a vaccinare anche gli studenti degli ultimi tre anni per permettere loro di riprendere le lezioni in reparto. «È un punto di svolta - spiega Ascione - che viviamo grazie a una rivoluzione scientifica. Non sono preoccupato per il vaccino e invito le persone che l'avranno a non esserlo, ci fidiamo di chi ha fatto questo vaccino, professionisti che hanno passato anni di studio per mettere le loro conoscenze a disposizione dell'umanità. Ci fidiamo del giudizio di chi ha messo a punto il vaccino, ci sono studi difficili da interpretare per chi non ha studi specifici». Ascione ricorda che però le cautele sociali restano: «Il vaccino - spiega - dal punto di vista individuale non cambierà molto, quando tutta la popolazione o buona parte sarà vaccinata allora possiamo sperare di tornare alla situazione quo ante. Quindi per ora porteremo ancora la mascherina e vivremo nel distanziamento sociale, nonostante la vaccinazione».

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In fila per la prima giornata degli studenti anche Giuliana Angelo che vive come una liberazione il poter tornare in corsia dopo il vaccino: «Avremo la possibilità - dice - di andare in reparto, un'opportunità che in questi mesi non abbiamo avuto e che ci ha penalizzato, perché fare esperienza è importante».

Con lei Rosaria Di Bello, collega del sesto anno: «Vaccinarci significa sperare nella ripresa della quotidianità in ambito accademico. Mi è mancata la possibilità di crescere nello studio ma anche di farlo in un contesto collettivo, non solo nella propria camera in uno studio individuale». E la studentessa parla anche della privazione della socialità al di là dello studio: «Non poter uscire a distrarsi a fine giornata - spiega - influisce sul nostro impegno quotidiano anche a livello psicologico, perché al di là di tutta la narrazione mediatica della movida, esiste un livello di socialità che vogliamo riscoprire e che ci manca».

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