Vaccino Covid a Napoli, ressa e disagi all'Ospedale del Mare: «Io medico costretto a rinunciare»

Vaccino Covid a Napoli, ressa e disagi all'Ospedale del Mare: «Io medico costretto a rinunciare»
di Ettore Mautone
Giovedì 7 Gennaio 2021, 08:30
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File e assembramenti all'Ospedale del mare per le vaccinazioni anti Covid. Martedì ma anche ieri, nel giorno dell'Epifania, in piena zona rossa, si sono viste oltre 200 persone in fila, una accanto all'altra, per ricevere la prima dose del vaccino. I reclutati sono tutti camici bianchi delle categorie prioritarie, ansiosi di poter procedere alla profilassi ma le file troppo lunghe, le attese eccessive, le persone presenti tutte insieme, nello stesso spazio e per troppo tempo, hanno creato qualche allarme. Premesse su cui qualcuno a un certo punto si è defilato, come davanti alla fermata di un autobus troppo pieno, e ha deciso di andare via per riprovare alla prossima corsa. È il caso di Guglielmo Scala, dirigente medico, specialista in Allergologia, responsabile del centro di riferimento del Loreto Crispi, un'eccellenza della Asl nel campo. 

«Ho provato a vaccinarmi - racconta - ma ho trovato una fila eccessiva.

A un certo punto ho considerato quella situazione non sicura e sono andato via. Ci riproverò sabato o domenica, spero in condizioni di sicurezza migliori. Cosa mi ha spaventato? La sensazione che siano state chiamate troppe persone tutte insieme. Ho visto uscire dai box anche altri colleghi, primari in altre aziende ospedaliere, che andavano via con persone al seguito. Comprendo che non sia un'operazione facile vaccinare migliaia di persona in pochi giorni e che possano esserci defezioni e sbavature a fronte di una necessaria rigorosa tabella di marcia per non interrompere la catena del freddo ma quella fila, all'Ospedale del mare, era oggettivamente eccessiva. L'accorpamento di persone ad un certo punto massiccio. Sono andato via. Mi dispiace dover criticare ma ho notato una certa disorganizzazione e approssimazione che poteva essere evitata». 

 

In effetti ieri all'Ospedale del mare ieri, in un solo giorno, sono state somministrate 1.226 dosi di vaccino che, aggiunte alle 2.172 praticate nei giorni precedenti, raggiungono quota 3.398 per cui mancano ancora all'appello altre 900 siringhe circa per smaltire le 4.095 assegnate con il primo lotto consegnato da Pfizer il 30 dicembre. Dopo il caos del mattino, nel pomeriggio la situazione è migliorata. Il manager della Asl Ciro Verdoliva, avvisato delle difficoltà, è andato personalmente a controllare il rispetto del distanziamento provvedendo anche a dare disposizioni per organizzare al meglio file e procedure. Uno dei nodi da sciogliere è che i lotti di vaccino vanno conservati nei frigoriferi a -80 gradi. Quando vengono tirate fuori le fiale queste devono essere diluite per fare 5 o 6 dosi da 0,3 ml da somministrare con siringhe di precisione. Possono essere conservate per 2 o 3 giorni a 4 gradi ma entro questo tempo vanno poi utilizzate o smaltite. Per evitare sprechi tutto deve funzionare alla perfezione. L'organizzazione deve rispondere a una regia perfetta. «Il problema sorge sia se ti aspetti 300 persone e scongeli 50 fiale e non si presentano tutti - spiega un infermiere che sembra saperla lunga - sia se chiami troppe persone tutte insieme». 

La Asl metropolitana da oggi dovrebbe utilizzare i box allestiti alla Mostra d'Oltremare che con i suoi spazi garantisce il distanziamento prescritto pur assicurando la vaccinazione di 1500 persone al giorno ma è fondamentale la calendarizzazione degli arrivi. All'Ospedale del mare ci sarebbe stata anche una convocazione dell'ultim'ora, di distretto in distretto, per richiamare più persone in ospedale. Ciò ha creato degli ingorghi. «Fin qui si potrebbe anche capire - conclude Scala - in fondo quest'operazione è molto complessa. Ma è incomprensibile che non si sia previsto un livello di organizzazione più adeguato per questi numeri soprattutto se agli sportelli o magari tra chi è in fila c'è anche qualcuno che tiene la mascherina abbassata». 

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