Vaccini a Napoli, l'esempio di Scampia: ​«Dosi porta a porta per sconfiggere il virus»

Vaccini a Napoli, l'esempio di Scampia: «Dosi porta a porta per sconfiggere il virus»
di Ettore Mautone
Martedì 27 Luglio 2021, 23:36 - Ultimo agg. 29 Luglio, 08:15
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Sono vaccinazioni dalla forte impronta popolare, quelle garantite presso il distretto 28 di Scampia, non solo presso la sede di Viale della Resistenza ma allargate, portate fuori della mura, impregnando il territorio di un quartiere difficile, a domicilio, porta a porta tra anziani, disabili, non autosufficienti, Rsa, fino a raggiungere le fasce di marginalità, gli stranieri senza permesso di soggiorno e i senza fissa dimora. Un raggio ampio che, dal gennaio scorso, ha toccato anche altri quartieri popolari di Napoli con iniziative portate avanti con pochi mezzi ma tanta dedizione e volontà. Tutte attività ad alto valore sanitario ma con spiccate radici sociali. E così, in collaborazione con l’ambulatorio della Croce rossa, presso la Chiesa del Carmine, a Capodimonte in varie case albergo per anziani, prodigandosi anche nelle carceri, il direttore del distretto Beniamino Picciano è sceso in campo in prima persona avvalendosi dell’ausilio di due infermieri professionali che coordinano l’attività, Susi Paciolla e Vincenzo Di Vaio, in raccordo con il servizio di assistenza domiciliare della Asl guidato da Antonio Maddalena. 

Un vero e proprio tour socio-sanitario e di alfabetizzazione ai temi della salute, iniziato a gennaio e che si conclude stamattina al carcere minorile di Nisida e presso l’ambulatorio e la farmacia solidale dei Vergini. «Sono un’infermiera al distretto 28 di Scampia - spiega la professionista Paciolla - abbiamo profuso il massimo impegno in questa campagna vaccinale, andando di persona a casa della gente, nelle Rsa, nelle Case di riposo per anziani e nelle strutture per disabili».

Vaccinazioni di prossimità, portate nelle case a domicilio della gente, a chi allettato e vive grandi difficoltà ad ottenere i servizi sanitari e non ha quasi nessuna idea di come si accede alla vaccinazione. Persone allettate, con grandi difficoltà economiche e sociali di cui la sanità pubblica deve tenere conto: «Un piano che in questa prima fase, incentrata sulle prime dosi, è quasi concluso - continua Paciolla - siamo andati anche nelle carceri, reclutando un’utenza diffidente, dubbiosa, poco informata, spiegando bene e a lungo cosa sono e a cosa servono le vaccinazioni antiCovid, la loro importanza». Oggi si conclude l’ultima seduta per le seconde dosi alle 9, nel carcere di Nisida, e poi alle 14, alla farmacia solidale ai Vergini. «Abbiamo somministrato in tutto 2.250 vaccinazioni - conclude la Paciolla - programmato vari incontri per cercare di mostrare che il vaccino è indispensabile e non pericoloso, convinto tante persone, superando le difficoltà a inserire questi soggetti in piattaforma, aggirando gli scogli della riluttanza a farsi riconoscere. Un lavoro senza pause dalle 7 del mattino fino alla sera, senza mai badare all’orario entrando nelle case della gente. Ci gratificano gli innumerevoli messaggi di complimenti, l’apprezzamento della gente che ha dato valore al nostro lavoro e al nostro impegno». 

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Anziani, genitori, figli, famiglie con giovani disabili allettati seguiti da anni dalle terapie domiciliari della Asl organizzata con il team guidato da Antonio Maddalena. La vaccinazione che torna in questo quadro a rivestire il ruolo di principale strumento di salute pubblica raccontato da tutta la storia della medicina. «È un semplice e umile servizio reso alla gente e all’Asl - commenta il direttore del distretto Picciano - come da mandato. Un servizio voluto dal direttore generale Ciro Verdoliva, un’opportunità di fare servizio e di essere prossimo ad una comunità in difficoltà dopo le chiusura causate dalle varie ondate epidemiche». 

Bianca Iengo, farmacista ospedaliera al Santa Maria delle grazie di Pozzuoli è la coordinatrice della Farmacia solidale ai Vergini. Una struttura che nasce come progetto sposato dalla Diocesi per favorire le fasce di popolazione con maggiori problemi economici tali da spingerli a rinunciare alle cure e nel tempo diventato un vero e proprio presidio attraverso la rete solidale che ha coinvolto strutture sanitarie della Asl, i Policlinici, il Pascale e altri presìdi. «Assicuriamo prestazioni specialistiche e diagnostiche, farmaci a chi non può comprarli, colmiamo la distanza tra chi ha un bisogno di salute e non sa come soddisfarlo. Sul fronte vaccinazioni oggi concludiamo il ciclo delle prime dosi. Continueremo a farle in questi giorni per poi riprendere con i richiami nella seconda metà di agosto. Il nostro è un modo per abbattere le barriere culturali e garantire l’accesso alle cure sanitarie, spesso negate non solo per motivi economici ma anche per totale assenza di dimestichezza nel disbrigo di pratiche burocratiche». 

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