Vaccino Covid a Napoli, la guerra tra commercialisti e ordini di avvocati

Vaccino Covid a Napoli, la guerra tra commercialisti e ordini di avvocati
di Leandro Del Gaudio
Mercoledì 10 Marzo 2021, 08:00
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C'è chi ha provato a mettere la freccia, dando vita a una raccolta di nomi e di adesioni in proprio, pescando nelle retrovie dei propri iscritti. E c'è chi invece chiede chiarezza, indirizzando note ai vertici dell'unità di crisi regionale, nel tentativo di ottenere chiarimenti a proposito dei tempi e dei modi di somministrazione dei vaccini. Insomma, c'è chi sgomita, chi ci prova, chi chiede ragguagli con il solo obiettivo di cogliere la luce al di là del tunnel. Vaccini, professionisti in campo, come in una virtuale guerra degli ordini professionali o dei fori giudiziari, a seconda delle contingenze del momento o delle richieste dei propri iscritti. 

 

A provare lo scatto in avanti è un consigliere dell'ordine degli avvocati di Santa Maria Capua Vetere, che si è mosso in solitaria: ha organizzato una piattaforma telematica e ha iniziato a registrare le adesioni degli avvocati del posto, specificando anche che un eventuale silenzio vale - fino a prova contraria - come una forma di assenso.

Un tam tam che ha provocato qualche perplessità in seno ad altri Ordini di avvocati, che - a questo punto - chiedono un incontro chiarificatore con l'unità di crisi regionale. Come a dire: come si procede? Facciamo come a chi arriva prima? È in quest'ottica che ieri mattina il presidente dell'ordine degli avvocati Antonio Tafuri ha mandato una mail al responsabile ufficio regionale Massimo Bisogno, per fare in modo che vengano adottati criteri oggettivi nelle linee da seguire per la vaccinazione degli avvocati, a proposito della fase due della campagna vaccinale: «D'intesa con il presidente dell'unione regionale dei fori campani Gennaro Torrese, e con il presidente dell'ordine forense di Salerno Silverio Sica, credo che sia opportuno un incontro - in videoconferenza - con i presidenti degli ordini degli avvocati della Campania, per chiarire le modalità organizzative che dovranno seguire gli Ordini per l'attuazione della campagna vaccinale dedicata agli avvocati». E non è solo un problema interno al mondo della giustizia. Appena aperta la fase due, con la nota della regione di prevedere i vaccini tutti i componenti del mondo giudiziario (quindi: magistrati, avvocati e personale amministrativo), anche i commercialisti fanno sentire la propria voce. Ecco la nota al presidente della regione Vincenzo De Luca: «Chiediamo un inserimento prioritario per le prenotazioni vaccinali, alla stregua delle altre categorie professionali, classificando il rischio pendente alla pari di quello previsto per altre categorie già invitate a fruire del vaccino». Un appello firmato dai presidenti degli Ordini dei dottori commercialisti e degli esperti contabili della Campania: Francesco Tedesco (Avellino), Fabrizio Russo (Benevento), Luigi Fabozzi (Caserta), Vincenzo Moretta (Napoli), Antonio Tuccillo (Napoli Nord), Giovanni D'Antonio (Nocera Inferiore), Domenico Ranieri (Nola), Nunzio Ritorto (Sala Consilina), Salvatore Giordano (Salerno), Giuseppe Crescitelli (Torre Annunziata), Carmine Santangelo (Vallo della Lucania). Ed è ancora l'appello a scandire le ragioni dell'intera categoria: «Ricordiamo infatti che i commercialisti, fin dai primissimi giorni della pandemia, sono stati al costante servizio di tutti i contribuenti (imprese e persone fisiche), tanto che la categoria fu inclusa nel Dpcm 22 marzo 2020 tra i servizi essenziali, come tra l'altro già riconosciuto con l'attuazione del Piano Socio-Economico della Regione Campania». In sintesi, «gli studi professionali non hanno mai chiuso, né hanno interrotto servizi essenziali, assicurando la presenza anche negli uffici giudiziari e nelle amministrazioni di riferimento in tutto questo lungo e faticosissimo anno. Le molteplici attività generano ancora oggi, inevitabilmente, una costante esposizione e un continuativo rapporto con le persone interessate, aumentando il rischio di contagio da virus Covid e le varianti in circolazione. Ribadendo la ferma volontà di proseguire con massimo senso di responsabilità l'attività quotidiana al servizio dei cittadini, delle imprese e delle amministrazioni pubbliche - concludono i presidenti - chiediamo di considerare, infine, la grave e crescente preoccupazione per il contagio degli iscritti alla categoria». 

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Ma a che punto è la somministrazione delle dosi salvavita in Campania? Si attendono più sieri, nel tentativo di dare corso a una reale vaccinazione di massa. Ieri erano attese 8.190 dosi di Pfizer buone a coprire il richiamo di chi ha ricevuto la prima puntura tre settimane fa. Oggi - fanno sapere dall'unità di crisi - occorrono numeri decisamente superiori, per immunizzare fette più larghe della popolazione. A partire da lunedì prossimo dovrebbero essere aperti i centri alla Stazione marittima, al Madre, alla Fagianeria, mentre - se dovessero realmente arrivare le dosi richieste - potrebbe essere usato il Palavesuvio (fresco di lavori per le universiadi) per rispondere alla popolazione dell'area orientale. 

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