Vaccino Covid a Napoli, in tre mesi immuni 50mila napoletani: tra un anno solo uno su quattro

Vaccino Covid a Napoli, in tre mesi immuni 50mila napoletani: tra un anno solo uno su quattro
di Melina Chiapparino
Lunedì 22 Marzo 2021, 10:30 - Ultimo agg. 19:24
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L'immunità di massa è ancora un miraggio per Napoli, divisa tra gli sforzi per accelerare la campagna vaccinale e l'aumento delle defezioni tra i candidati. Ad oggi, i napoletani immuni, a cui è stata somministrata sia la prima che la seconda dose vaccinale, sono poco più del 5% della popolazione che su un totale di circa 940mila abitanti, rappresenta un numero decisamente ridotto. La necessità di accelerare i ritmi delle somministrazioni diventa un vero e proprio imperativo categorico se l'obiettivo è quello di fronteggiare la pandemia dal momento che, con questo andamento, tra un anno sarà vaccinato solo il 27% della popolazione. Se a queste percentuali, si aggiungono le persone guarite dal Covid e, in qualche misura protette da uno «scudo immunitario» che però non sempre è assicurato dalla negativizzazione, i numeri non variano di molto. Napoli corre il rischio di rimanere indietro rispetto all'incalzare dei contagi. Ora più che mai, agli sforzi della macchina sanitaria deve corrispondere la fiducia dei napoletani per far crescere le adesioni alla campagna vaccinale.

Napoli, oggi, può contare su 50.641 immuni per i quali non è ancora cambiato nulla rispetto agli altri cittadini in termini di regole o eventuali benefici di cui poter avvantaggiarsi.

Tra le persone che hanno completato il ciclo vaccinale, esattamente il 5,4% dei cittadini: 32.727 hanno ricevuto le due dosi nei centri dell'Asl Napoli 1 e, soprattutto nell'ambito del personale sanitario, sono stati vaccinati 4.500 napoletani in seno all'azienda ospedaliera dei Colli, 4.604 al Policlinico universitario Federico II, 5.000 presso l'azienda ospedaliera universitaria Luigi Vanvitelli e 3.810 all'ospedale Cardarelli. Tra loro, c'è stato chi ha ricevuto il farmaco Pfizer e chi AstraZeneca ma, in entrambi i casi, si è trattato di due somministrazioni.

Per il momento, gran parte degli immuni appartengono alla categoria dei sanitari, a cominciare da medici, infermieri e operatori che sono stati i primi a inaugurare la campagna vaccinale, partita il 27 dicembre 2020. A seguire, la platea degli immuni partenopei comprende, attualmente, il personale scolastico, le forze dell'ordine e soprattutto gli over 80enni, tutti vaccinati dall'Asl Napoli 1. Per queste tre categorie, l'avvio delle somministrazioni è partito il 13 febbraio 2021, dando priorità ai candidati senior. 

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I numeri aumentano se si guarda la quantità di napoletani che hanno ricevuto la prima dose e sono a un passo dall'immunità che verrà conquistata con la seconda inoculazione. In questo caso, la platea è quasi raddoppiata con 90.274 persone che, appunto, non potranno sviluppare anticorpi se non con il completamento del ciclo vaccinale. Unica eccezione, la fanno i napoletani guariti dal Covid per i quali, in molti casi, è stata prevista una singola somministrazione vaccinale. Sul totale della popolazione che si trova a metà del percorso vaccinale, 4.123 napoletani sono parte del personale dell'ospedale Cardarelli, 5.078 dell'azienda dei Colli che recentemente ha iniziato le inoculazioni anche verso i pazienti fragili assistiti dalle strutture presidiali, 6.519 fanno riferimento al Policlinico universitario Federico II e 5.524 all'azienda universitaria ospedaliera Luigi Vanvitelli. Va aggiunto il dato imponente sulle prime dosi dell'Asl Napoli 1 che conta 69.030 napoletani compresi tra docenti, forze dell'ordine, anziani e categorie fragili. 

 

Chi è più protetto, fa esattamente la stessa vita di prima ma con la speranza che il patentino di immunità, annunciato dai vertici del governo regionale, possa consentirgli in un futuro non troppo lontano, un passo in più verso la normalità. Se ora la questione riguarda una minoranza di napoletani, col passare del tempo la licenza da immunità dovrà, in qualche modo, essere disciplinata. Nella stessa misura, potrebbe fare la differenza anche il monitoraggio del dosaggio anticorpale degli immuni. «Tutti coloro che effettuano la prima e la seconda dose, possono scaricare le certificazioni dalla piattaforma Sinfonia ma le card dell'immunità non sono ancora state distribuite, sebbene siano state prodotte e titolate nominalmente dalla Regione Campania che le ha fornite ai vari dirigenti sanitari», spiega Pina Tommasielli medico di famiglia e componente dell'unità di crisi in Campania che sottolinea come «riguardo i benefici della patente per gli immuni, le decisioni sono da concertare a livello europeo». Per il momento «l'appello è a vaccinarsi tutti» conclude Tommasielli. 

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