Vaccino Covid in Campania, Coscioni: «A metà settimana finiremo la prima tranche»

Vaccino Covid in Campania, Coscioni: «A metà settimana finiremo la prima tranche»
di Ettore Mautone
Lunedì 4 Gennaio 2021, 07:30 - Ultimo agg. 15:41
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«Non è una partita a chi fa meglio e chi fa peggio, quella dei vaccini, ma un piano organizzato per somministrare in maniera ordinata, e nei tempi programmati, le dosi disponibili destinate al personale individuato nelle prime fasi. In questo primo step le fiale disponibili sono limitate. Tra l'altro un terzo di quelle consegnate vanno accantonate su disposizione del Ministero e messe a disposizione per imprevisti e per completare la vaccinazione con la seconda dose di richiamo a chi si è già vaccinato per primo». Così Enrico Coscioni, presidente Agenas e consigliere per la Sanità del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca.

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Quante sono le dosi somministrate in Campania?
«Alle 20 di oggi (ieri nda) sono circa 10.600.

Un terzo della dotazione iniziale a noi attribuita, di 33 mila, è da accantonare per esigenze e imprevisti. Siamo dunque già oltre il 50 per cento. La Campania ha iniziato subito, anche il giorno di San Silvestro e a Capodanno, con uno sforzo organizzativo encomiabile. La campagna vaccinale è coincisa nel nostro Paese nei giorni di massima difficoltà ad organizzare turni di vaccinazione incrociando quelli dei servizi sanitari per le attività assistenziali. Ciononostante, a voler fare una classifica, siamo nelle posizioni migliori».

Come mai i dati ufficiali della Protezione civile differiscono da quelli registrati in Regione?
«La trasmissione dei dati avviene dopo le 20, quando si concludono le sedute vaccinali mentre il cruscotto del ministero viene aggiornato prima».

Ci sono comunque molte differenze tra le Asl: a Caserta è stato somministrato più del doppio delle dosi impiegate dalle altre. Da cosa dipende?
«A mio avviso va tributato tanto di cappello agli operatori che hanno lavorato il 31 e il primo del nuovo anno sebbene a scartamento ridotto perché mezza giornata di ferie in questi giorni è un diritto che non si può discutere. In ogni caso tra mercoledì e giovedì in Campania avremo finito tutti di vaccinare e si attingerà al secondo lotto di dosi che arriva il 5 gennaio per poi proseguire con i successivi arrivi fino a fine mese con la consegna di altre 250 mila dosi del vaccino Pfizer».

E per il prosieguo alla popolazione fragile e a quella generale?
«Bisognerà attendere che arrivino le altre dosi opzionate dall'Italia».

La rete vaccinale oggi sarebbe insufficiente...
«Certamente sarà allargata e implementata».

La Campania torna gialla o arancione?
«Per quanto attiene allo scenario epidemiologico è chiaro che in Italia, in alcune regioni soprattutto, si registra un incremento dei casi e della circolazione del virus. Un dato che sarà esaminato a breve e già affrontato nella cabina di regia convocata di urgenza oggi. Ovviamente poi bisognerà tradurre una serie di valutazioni tecniche in decisioni politiche su cui non ho titolo per parlare».

E la Campania come è posizionata?
«Sapete tutti che la Campania, dai dati del monitoraggio nazionale, è nelle posizioni migliori. Il rientro in una determinata fascia di rischio seguirà quello che sarà deciso dal ministero e dal governo».
 

Si configura un provvedimento ponte tra il 6 gennaio, quando scade il decreto per le feste, e il 15 del mese, quando invece termina la validità della norma relativa alla fasce di rischio?
«Sì, potrebbe essere questa la soluzione».
 

E in Campania si sovrapporranno altre norme più stringenti, come il prosieguo dello stop agli spostamenti tra province?
«Questo sarà discusso in sede politica». 

Ci saranno cambiamenti nell'algoritmo che presiede ai colori?
«Da un punto di vista tecnico in cabina di regia abbiamo fatto presente che un Rt di poco sopra 1 ma con un'alta incidenza è diverso da un indice di infettività dello stesso valore ma un basso numero di casi. Non distinguere questi aspetti significa mettere in difficoltà alcune regioni costrette e inseguire situazioni epidemiche difficili anche a fronte dell'affacciatisi nello scenario europeo di questa nuova variante virale che ha aumentato, come documentato in autorevoli lavori scientifici, di circa mezzo punto l'indice di infettività. La maggiore diffusione di questa variante tra i giovani, anche i diciannovenni che non hanno altre patologie, non incide sulla letalità quanto appunto sulla diffusione».

Cosa la preoccupa e cosa le rende ottimista?
«Mi preoccupa lo scenario di circolazione del virus in particolare in alcune regioni e mi conforta il fatto che tra restrizioni e vaccino potremo presto uscire da questo lungo tunnel». 

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