Scuola e vaccino: in Campania prof ok ma mancano all'appello 300mila studenti

Scuola e vaccino: in Campania prof ok ma mancano all'appello 300mila studenti
di Mariagiovanna Capone
Martedì 27 Luglio 2021, 23:00 - Ultimo agg. 28 Luglio, 18:40
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Mentre il governo sta valutando se rendere obbligatorio il vaccino per il personale scolastico, la Regione Campania dorme sonni tranquilli visto che ha già raggiunto (insieme al Friuli) la copertura del 100%. Il punto dolente resta quello degli studenti. Già tre settimane fa il governatore Vincenzo De Luca aveva insistito che andava completata la vaccinazione per il 70% degli studenti altrimenti «le scuole non possono aprire». Ieri, mentre era a Pozzuoli per inaugurare una nuova area del parco archeologico del Rione Terra, ha rincarato la dose: «Se vogliamo arrivare in tranquillità al nuovo anno scolastico, dobbiamo vaccinare l’80% della popolazione studentesca». Il presidente torna sull’argomento per via delle basse percentuali di vaccinati nella fascia 12-19 (quindi composta da studenti) censita dall’Unità di crisi. Se il 7 luglio, su 509.030 avevano aderito alla campagna vaccinale in 211.756, i dati aggiornati a ieri parlano di 239.922 ovvero il 47% del totale. In venti giorni, quindi, si sono iscritti sulla piattaforma poco più di 28mila ragazzi, 1.408 al giorno. Una piccola reazione c’è stata ma non tutti gli iscritti si sono recati poi all’appuntamento vaccinale. A ricevere la prima dose sono stati appena 186.221, che rappresentano il 78% delle adesioni ma sono solo il 37% del totale dei giovani campani, mentre hanno ottenuto anche la seconda dose in 116.726, il 63% delle adesioni e il 30% del totale. Non hanno ricevuto nessun vaccino, quindi, 322.809 ragazzi tra i 12 e i 19 anni, il 63% del totale. 

«Non c’è nessun obbligo a vaccinarsi, ma neanche a tenere le scuole aperte». Secondo il presidente della Regione Campania «se in un istituto abbiamo solo il 10% di ragazzi vaccinati, è chiaro che si fa la Dad, non c’è niente da fare, non è che possiamo creare focolai con le nostre mani.

Ma non penso che ci voglia molto a capirlo: occorre un impegno straordinario per consentire soprattutto ai ragazzi e alle ragazze di tornare finalmente a scuola e avere una vita tranquilla. Bisogna fare uno sforzo in più, noi apriremo quando saremo tranquilli». Per il governatore della Campania la tranquillità è vaccinare «l’80% della popolazione studentesca. Quello che non facciamo adesso dovremo farlo a inizio agosto, a fine agosto soprattutto e a settembre. Che sia chiaro a tutti: se non ci sono le condizioni di sicurezza le scuole non aprono in presenza». L’80% degli studenti sarebbero all’incirca 407.224 persone e i tempi per raggiungere questo traguardo sono assai stretti. 

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«Bisogna vaccinarsi, altrimenti noi le scuole non le apriamo» è il monito di De Luca. Vaccino o Didattica a distanza fin dall’inizio, quindi. Ma a questo diktat i comitati di genitori non ci stanno. L’Associazione Scuole Aperte Campania e la Rete Nazionale Scuola in Presenza hanno inviato venerdì scorso «una diffida al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca in seguito alle sue recenti affermazioni sul ritorno a scuola dei ragazzi campani». Nel documento sottolineano che «il mancato raggiungimento della soglia di immunizzazioni obbligherebbe le Direzioni scolastiche a mantenere il doppio regime: studenti vaccinati in presenza, e didattica a distanza per chi non è vaccinato». La dichiarazione del presidente De Luca, per i comitati «viola i principi della Costituzione, le norme comunitarie e lede i diritti dei minori, rischiando di legittimare in Campania un’arbitraria discriminazione fra studenti vaccinati, per i quali la scuola resterebbe “aperta”, e non vaccinati per i quali la scuola sarebbe “chiusa”». 

Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi, durante una riunione online con il ministro Patrizio Bianchi si è espresso in favore dei vaccini per gli studenti: «Le condizioni per un rientro duraturo e in presenza dipendono essenzialmente dall’esito della campagna vaccinale per personale della scuola e studenti. L’alternativa a questo, deve essere chiaro a tutti, è la didattica a distanza». Per Giannelli poi «è fondamentale chiarire se la vaccinazione renda superflua la misura del distanziamento, anche considerando la significativa quota di personale scolastico finora vaccinato. Non possiamo, inoltre, ignorare la questione della vaccinazione degli studenti (circa quattro milioni): si tratta di uno sforzo organizzativo notevole e serve dunque un deciso impegno visti i tempi molto ristretti». 

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