Vaccino Covid in Campania, la Regione riscrive la liste: prima dose ad altri 20mila sanitari

Vaccino Covid in Campania, la Regione riscrive la liste: prima dose ad altri 20mila sanitari
di Ettore Mautone
Martedì 12 Gennaio 2021, 08:00
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Semaforo verde della Regione al recupero delle vaccinazioni per i liberi professionisti e i pensionati di area sanitaria: il via libera arriva dal vertice che si è svolto ieri, in Regione, tra i presidenti degli Ordini professionali e i direttori generali delle Asl riuniti alla presenza del capo del dipartimento Salute di Palazzo Santa Lucia, Antonio Postiglione. La Regione si è dichiarata disponibile a considerare tutti gli iscritti agli Ordini professionali di area sanitaria, a prescindere dal profilo professionale e contrattuale di impiego e di lavoro svolti, soggetti legittimati ad accedere all'immunizzazione contro Covid-19. Capovolgendo un orientamento fin qui applicato la cabina regia regionale, su sollecitazione degli Ordini, disporrà con un atto formale che i manager acquisiscano tutti i nominativi, le anagrafiche e i contatti dei soggetti che, iscritti appunto a un Ordine professionale di area sanitaria, in questa prima fase non siano stati ancora vaccinati. Il nodo da sciogliere riguarda le dosi di vaccino disponibili e l'incrocio delle immunizzazioni con le operazioni in corso, che ora stanno per partire, con i richiami da somministrare a tutti i camici bianchi già vaccinati con le difficoltà di seguire l'ordine cronologico della prima dose che però ha suscitato polemiche e perplessità. 

Si stima che siano migliaia i soggetti da vaccinare in questa fase 1 non ancora reclutati. Gli Enti di autogoverno delle categorie professionali si faranno per questo carico di un'esplorazione presso tutti gli iscritti per verificare gli elenchi e fornire alle Asl e alla Regione numeri e dati degli esclusi. Oltre ai medici ci saranno anche gli odontoiatri che solo a Napoli e provincia sono circa 2500, circa 5mila in Campania a cui vanno aggiunti i collaboratori di studio, gli igienisti dentali, gli odontotecnici. Profili che in alcuni casi afferiscono all'Ordine delle professioni sanitarie. Qui se si aggiungono fisioterapisti, tecnici, infermieri liberi professionisti e pensionati, si arriva a cifre molto elevate. Una stima esatta non è ancora disponibile ma secondo le prime stime si tratta di circa 20mila operatori. Quel che è certo è che i professionisti saranno suddivisi per ente di appartenenza e per residenza in modo da assegnare alle singole Asl, territorialmente competenti, sia i nomi sia i dati di contatto (mail e cellulari). «Dal canto loro le Asl - spiega Franco Ascolese, presidente dell'Ordine delle professioni sanitarie - dovranno provvedere a convocare ciascuno degli aventi diritto per i quali sia stata verificata, da parte nostra, l'adesione volontaria alla vaccinazione secondo calendari e modalità organizzative che saranno messe a punto in ciascuna Asl.

Siamo soddisfatti della celerità con cui la Regione ha accolto il nostro appello». Tutti gli aventi diritto saranno convocati riservando loro orari e giorni specifici, compatibilmente e coerentemente con le dosi di vaccino rese disponibili dai livelli nazionali e della necessità di procedere nei tempi massimi previsti (circa tre settimane) alla vaccinazione con seconda dose di chi ha già ricevuto la prima.

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«La speranza è che vista la volontà di vaccinazione da parte dei professionisti medici campani iscritti all'Ordine - sottolinea Silvestro Scotti, presidente dell'ordine di Napoli - possano essere attribuite alla Campania un numero maggiore di dosi. La penalizzazione inspiegabilmente patita nel riparto iniziale tra le regioni stride con il dato della maggiore popolazione residente in Campania. La possibilità di velocizzare l'immunizzazione dei professionisti è una opportunità di salvaguardia anche per tutti i cittadini che frequentano da pazienti lo studio dei medici o che ricevono una nostra visita domiciliare nella pratica clinica quotidiana». Disponibilità a collaborare per garantire a tutti gli aventi diritto la vaccinazione è stata espressa anche dall'Ordine degli Infermieri che ha spinto anche sul tasto della trasparenza, accessibilità e del miglioramento della logistica anche in vista dell'allargamento del Piano vaccinale alle altre categorie di rischio, anziani e lavoratori di pubblici servizi. Su questo fronte spetterà alle Asl e alle altre strutture del Ssn contattare le persone da vaccinare e sarà indispensabile il ruolo dei medici di famiglia e del territorio. Le Asl, è stato fatto notare, hanno infatti solo dati anagrafici e quindi possono agire soltanto in base all'età ma non in base ai fattori di rischio. Una partita, quest'ultima, ancora tutta da giocare e di là da venire.

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