Napoli, l'immigrato ferito al Vasto:
ora la Dda indaga sui Contini

Napoli, l'immigrato ferito al Vasto: ora la Dda indaga sui Contini
di Leandro Del Gaudio
Domenica 22 Dicembre 2019, 23:33 - Ultimo agg. 23 Dicembre, 15:10
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Praticano il porta a porta. Non nel senso di raccolta differenziata, ma quello tristemente conosciuto dalle vittime del racket: 300 euro per le feste di Natale per ogni negozio del Vasto, fosse anche un buco o una bottega improvvisata. Trecento euro, come tassa imposta dalla camorra - leggi clan Contini - per consentire a barbieri, market etnici, commerci di artigianato di continuare a lavorare senza troppi disturbi.  Eccolo il retroscena su cui sta indagando la Dda di Napoli, nel corso dell’inchiesta che prende le mosse da un episodio consumato pochi giorni fa nel cuore dell’antico quartiere napoletano. Lunedì nove dicembre, spari in via Venezia. Rabbia, paura e silenzio al Vasto - un rione «brand» a proposito di anticrimine -, dove è stato ferito un commerciante nigeriano. Si chiama Jacob Onu, ha 53 anni, finisce in ospedale. Ma la sua denuncia non passa inosservato. 

Vasto, due clan in guerra per il racket agli immigrati

Al Mattino ha spiegato: «Mi hanno sparato alle gambe perché ho detto no al racket. Sono venuti più di una volta ad impormi il pizzo, ma io conosco una regola su tutte: mai piegarsi alla violenza, chi denuncia è un uomo libero. Sono arrivato dalla Nigeria per lasciarmi alle spalle violenze e angherie». Ed è sempre al Mattino che il commerciante ha raccontato qual è l’aria che tira dalle sue parti, nel Vasto, la terra promessa per molti immigrati magrebini: pagano in tanti - è la sintesi del ragionamento - e la mia gambizzazione serve soprattutto a questo, a mettere tutti a tacere e a impedire che qualcuno alzi la testa. Purtroppo, qui pagano in tanti».

Parole su cui indaga il pm anticamorra Alessandra Converso, magistrato in forza al pool del procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, che punta a chiarire cosa sta accadendo nel cuore di Napoli. Indagini sul clan Contini, una cosca storicamente radicata in zona Vasto–Arenaccia e saldamente collegata alle altre famiglie della cosiddetta Alleanza di Secondigliano. Non è il primo caso di indagini sul racket contro gli immigrati, dal momento che ci sono recenti condanne di soggetti ritenuti legati alla camorra locale. 

LE CONDANNE
Basta fare un passo indietro di un anno. Siamo poco prima del Natale del 2018, quando è il pm Converso ad arrestare tre soggetti ritenuti esponenti dei Contini. Hanno mimato il gesto dei soldi, hanno detto «we» a un commerciante e gli hanno imposto di mettersi a posto con le feste di Natale. Come fanno tutti da queste parti. Condannati in via definitiva, anche se la storia si è ripetuta. L’aria non è cambiata, come dimostrano i fatti dello scorso nove dicembre. Spari alle gambe, un commerciante costretto ad un delicato intervento chirurgico, mentre la paura torna ad imporsi nella zona. E non sono pochi i segnali sinistri da queste parti: prima il danneggiamento di serrature e saracinesche, poi la solita ronda: dita strofinate per mimare il gesto dei soldi, la tassa natalizia va dai trecento ai cinquecento euro. Come un anno fa, a dispetto di arresti e condanne. Ci sono altri uomini in giro, che battono la zona degli immigrati.

Pochi dubbi, per gli inquirenti. Al netto di possibili incursioni dei Mazzarella, la zona resta un enclave dei Contini, un clan che ha deciso di alzare il tiro: dopo i tre arresti dello scorso anno, è arrivato l’agguato di metà dicembre. Erano in due a sparare, sono sbucati in via Venezia in sella a uno scooter. Solito look da parassita: casco nero e arma in pugno, fuoco contro chi ha osato alzare la testa. Indagine in corso, la Dda è in campo. 

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