Crac Deiulemar, venduta Villa Ciliberti a Torre del Greco: l'ex sede dismessa per un milione

Crac Deiulemar, venduta Villa Ciliberti a Torre del Greco: l'ex sede dismessa per un milione
di Aniello Sammarco
Domenica 27 Settembre 2020, 11:00 - Ultimo agg. 15:52
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Quasi nessuno più si ricorda che quell'immobile, 1.900 metri quadrati su tre piani insieme ad un'autorimessa e ad un ampio giardino, chiamato Villa Ciliberti. Per tutti quella struttura è stata sempre la sede della Deiulemar compagnia di navigazione, la società armatoriale fallita nel maggio 2012 trascinando con sè le sorti di quasi tredicimila famiglie, persone che nei bond del gruppo avevano investito oltre 720 milioni di euro.

Ora quella dimora ha una nuova proprietà. L'ennesima asta giudiziaria per la cessione della villa ha infatti avuto esito positivo: ad aggiudicarsi la struttura, di fianco alla dimora che ospitò il primo presidente della Repubblica, Enrico De Nicola, un consorzio di imprese, che stando alle indiscrezioni che giungono dal tribunale di Torre Annunziata dove si è tenuta la vendita (sezione fallimentare, giudice delegato Amleto Pisapia) a via Tironi porterà - una volta ultimati i lavori di riqualificazione - gli uffici amministrativi.

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Un'asta partita da una base di un milione e 18mila euro e salita fino a un milione e 150mila. Un affare rispetto ai prezzi inizialmente indicati, quando Villa Ciliberti nella perizia datata 15 luglio 2015 era stata valutata 2,7 milioni dall'architetto Massimo Salzano de Luna. Da allora sono passati più di 5 anni, ed ogni volta che l'asta era andata deserta il prezzo era inevitabilmente calato. I soldi ricavati dalla vendita non finiranno nelle tasche degli obbligazionisti ma saranno indirizzati ad un istituto bancario che su questo ed altri beni appartenenti al fallimento Deiulemar vantava un'ipoteca di circa 8 milioni: «Una bella fetta dei quali ottenuti dalla vendita delle strutture in questione fa sapere uno dei rappresentanti dei comitati che riuniscono i truffati della Parmalat del mare per questo non è escluso che dalla vendita degli ultimi lotti potrebbe restare qualcosa anche per noi»
 

 

L'attenzione dei risparmiatori che puntano a recuperare i soldi investiti nelle obbligazioni Deiulemar, rimane concentrata sui capitoli esteri del fallimento. In particolare la vicenda del sequestro da 393 milioni contro la bank of Valletta e il trust svizzero da una ventina di milioni che appare sempre più vicino. Non tanto però come avevano auspicato gli obbligazionisti, che nelle settimane scorse si erano spinti a sostenere che i fondi fossero perfino reintrati in Italia. Un'eventualità smentita dalla curatela fallimentare della compagnia di navigazione: «La curatela scrivono Alfonso Iovane, Vincenzo Di Paolo e Paola Mazza - smentisce le notizie circa l'avvenuto trasferimento a Roma delle somme sequestrate in territorio elvetico. L'avvocato che assiste la curatela ha comunicato in merito che, avendo il procuratore generale di Roma trasmesso al procuratore elvetico il provvedimento emesso in merito all'incidente di esecuzione, avremo quanto prima notizie circa l'esito della procedura».

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