Venti immigrati in 55 metri quadri,
scatta il blitz dei carabinieri

Venti immigrati in 55 metri quadri, scatta il blitz dei carabinieri
di Francesco Gravetti
Lunedì 18 Febbraio 2019, 10:53
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Venti cittadini stipati in poco più di 50 metri quadrati e un opificio che non aveva il registro per lo scarico dei rifiuti e viene multato per 5000 euro. I carabinieri di Palma Campania, coordinati dal maresciallo Massimo Nasti, sono intervenuti per sanzionare due episodi di illegalità. L'ambito di intervento è ancora una volta quello dell'immigrazione, in particolar modo quella riguardante gli stranieri provenienti del Bangladesh. A Palma Campania, infatti, i bangladesi sono migliaia e la loro integrazione procede spesso tra mille difficoltà. L'attuale amministrazione comunale, poi, ha intensificato i controlli soprattutto per il sovraffollamento degli appartamenti, dove spesso i migranti vivono uno addosso all'altro in precarie condizioni igieniche e sanitarie. Il Comune ha anche modificato il regolamento comunale, inasprendo le pene per chi affitta l'abitazione ad un numero eccessivo di persone. Provvedimenti che, peraltro, sono anche severamente contestati dal sindacato immigrati autonomo, che da decenni tutela i bengalesi che vivono a Palma Campania e nell'area vesuviana: «Vengono commessi abusi che non favoriscono un dialogo costruttivo. I controlli vengono fatti alle prime ore del mattino, quando non è consentito. Inoltre, spesso constatiamo che sul sovraffollamento ci sono forzature della legge». L'ultimo blitz è scattato a via Marconi: secondo quanto rilevato dai carabinieri, in una casa grande 55 metri quadrati vivevano venti persone. Ad essere sanzionato sarà ora il proprietario dell'alloggio, mentre all'ufficio tecnico del Comune toccherà avviare l'iter per la revoca dell'agibilità, così come previsto proprio dai nuovi regolamenti adottati a Palma Campania.

 

L'OPIFICIO
L'intervento dei carabinieri, poi, ha riguardato anche un opificio, alla periferia della cittadina del comprensorio nolano: sono molte, infatti, le sartorie gestite da bengalesi. Dentro vi lavorano in prevalenza operai stranieri, spesso sottoposti anche a turni massacranti, in cambio di paghe basse. In questo caso, la maxi-multa da 5000 euro è arrivata perché il titolare della fabbrichetta non è stato in grado di esibire i registri per lo smaltimento dei rifiuti. Le aziende del tessile, infatti, producono immondizia catalogata come speciale: scarti della lavorazione e pezzi di stoffa che, per essere smaltita, necessita di un procedimento particolare e spesso costoso. Bisogna affidarsi a ditte specializzate ma, per evitare di spendere, gli imprenditori consegnano i loro rifiuti a chi provvede a sversarli abusivamente nelle campagne. Altre volte sono gli stessi imprenditori o loro operai a lasciare il tutto per strada, muovendosi nottetempo per non essere visti.

I BUSTONI
I pezzi di stoffa sono racchiusi in enormi bustoni neri e vengono abbandonati solitamente molto lontano dal centro abitato. Una pratica che ha finito col deturpare l'ambiente ma, soprattutto, danneggiarlo: capita spesso, infatti, che ai bustoni poi venga dato fuoco e che il rogo inquini l'atmosfera. Per questo motivo le forze dell'ordine intensificano i controlli nella parte riguardante i registri ed i formulari dello smaltimento dei rifiuti. La tracciabilità del rifiuto, infatti, dovrebbe consentire di far capire quanto scarto è stato prodotto e quindi quanto ne debba essere smaltito nel rispetto delle regole. Pur essendo in possesso di una regolare partita Iva e dei permessi per l'attività, il titolare ha scontato la mancanza del registro dello smaltimento.
 
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