Napoli, vergogna piazza Plebiscito: la basilica San Francesco invasa da rifiuti e clochard

Napoli, vergogna piazza Plebiscito: la basilica San Francesco invasa da rifiuti e clochard
di Antonio Folle
Domenica 7 Agosto 2022, 21:34
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In questo periodo dell'anno tutte le grandi città italiane prese d'assalto dai flussi turistici sono alle prese con uno spinoso problema: quello dell'aumento del numero di persone che circolano in strada e del conseguente aumento della produzione di spazzatura. Se in alcune città italiane le amministrazioni riescono, sia pure con estrema fatica - è il caso di Roma - a tenere il centro storico in condizioni tutto sommato accettabili, a Napoli il degrado portato dal famigerato turismo "mordi e fuggi" si somma ad un degrado ormai atavico che non risparmia nemmeno i luoghi simbolo della città. Lo spettacolo che quest'oggi si presentava agli occhi di napoletani e turisti a piazza Plebiscito era decisamente uno spettacolo poco edificante e faceva tremendamente a pugni con le ambizioni di una amministrazione che, sulla falsariga della decade targata de Magistris, sta puntando tutto, o quasi, sul turismo di massa. Il colonnato della basilica di San Francesco di Paola anche questa mattina era letteralmente invaso da rifiuti di ogni tipo, dalle cartacce agli avanzi di cibo, passando per il terribile odore di deiezioni umane che testimoniano la presenza di un consistente gruppo di senza fissa dimora che ha colonizzato gli spazi.

 

Una figuraccia colossale per la città e per le ambizioni di rilancio in ambito turistico che, però, non nasce certo oggi.

L'attuale stato di degrado di gran parte del centro storico della città è figlio di politiche decisamente "poco attente" che poco o nulla hanno fatto in questi anni per disciplinare l'enorme flusso turistico che interessa il centro storico partenopeo. A cominciare dall'enorme - secondo alcuni abnorme - numero di locali destinati alla ristorazione "take away", tradizionalmente riconosciuti come principali responsabili della sovrapproduzione di rifiuti che vengono poi sistematicamente abbandonati in strada. E, da questo punto di vista, poco o nulla si può imputare ad Asìa, alle prese con una immensa opera di "rincorsa" che, però, non può terminare con altro risultato che una città sporca e che restituisce la sensazione di essere stata abbandonata al suo destino.

A pesare, inoltre, il sempre attuale problema legato alla presenza di un gran numero di senza fissa dimora che vivono nel semi-abbandono e che, in mancanza di un piano efficace legato alla gestione del popolo degli "invisibili", non trovano alcun ostacolo nel colonizzare persino luoghi che, in altre città italiane, sarebbero considerati alla stregua di attrazioni turistiche. Difficile, infatti, immaginare accampamenti di senzatetto nei pressi del Pantheon o della Fontana di Trevi a Roma o, magari, una baraccopoli nei pressi di palazzo Vecchio a Firenze. 

Questa mattina l'associazione culturale No Comment guidata dal vulcanico Antonio Alfano ha inviato una nota alla Sovrintendenza, al vice sindaco ed all'assessore al Turismo del Comune di Napoli illustrando la penosa situazione e chiedendo un intervento urgente per il ripristino del decoro. «Le immagini di oggi - la nota di Alfano - scattate in orario di piena affluenza turistica testimoniano il degrado che umilia il porticato del foro ferdinandeo e di tutta l'area coperta che ospita la Basilica di San Francesco di Paola a piazza Plebiscito. Come dimostrano le immagini i porticati vengono sistematicamente usati da incivili ed ineducati come orinatoio e come discarica. Confidiamo - chiude la nota - nelle vostre competenze Istituzionali per porre fine a questo scempio, in modo da tutelare l'immagine culturale della città».

Duro il commento anche del comitato civico Portosalvo guidato da Antonio Pariante: «Sarebbe ora di risolvere questa incresciosa situazione con un impegno concreto - afferma Pariante - a Napoli sono tornati i turisti ma il decoro della città resta ancora un problema insoluto. La nuova amministrazione non riesce a risolvere un problema che continua a mortificare l'immagine della città».

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