Vermi nell'intestino dei bimbi della scuola nel Napoletano: oltre 20 casi accertati

Vermi nell'intestino dei bimbi della scuola nel Napoletano: oltre 20 casi accertati
di Raffaele Perrotta
Martedì 28 Gennaio 2020, 08:43
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Nessuna epidemia ma un focolaio, da monitorare e tenere sotto controllo, il caso dell'infezione intestinale di vermi - i parassiti Ascaris lumbricoides - che ha colpito oltre 20 tra bambini e ragazzi dell'istituto comprensivo Parini-Rovigliano e, forse, presente anche in altre scuole della città. È quanto emerso ieri mattina dalla riunione congiunta, fatta negli uffici comunali di via Schiti, tra il sindaco Vincenzo Ascione, la dirigente scolastica Maria Antonietta Zeppetella Del Sesto, i responsabili Asl Adele Carotenuto e Francesco Fanara e una delegazione di genitori. Il fenomeno si sarebbe manifestato appena di ritorno dalle vacanze natalizie. Il condizionale è d'obbligo perché probabilmente i primi casi non sarebbero nemmeno stati notati in tempo, segnalati e avviata la profilassi del caso.

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I SINTOMI
Secondo un bollettino diramato dall'Asl Napoli 3 Sud, il contagio dei vermi, che nella fase adulta possono essere lunghi dai 15 ai 40 centimetri, può avvenire attraverso l'assunzione di acqua o cibo o oggetti contaminati dalle feci del soggetto infetto. Basta, praticamente, non lavarsi le mani bene per avviare il contagio. Le uova, una volta nell'intestino, si schiudono e diventano larve che, attraverso il flusso sanguigno, viaggiano negli organi del corpo. I sintomi che si manifestano, invece, possono portare ad un'ostruzione intestinale, febbre, respiro affannoso e perdita di appetito. Il trattamento medico richiede la somministrazione di medicinali per tre settimane circa. Due sono le ipotesi più accreditate per l'avvio dell'infezione: la prima potrebbe essere legata al passaggio dagli animali - i cani domestici in particolare - ai bambini. La seconda, invece, sarebbe da collegare al fenomeno di esondazione del fiume Sarno avvenuta il 19 dicembre scorso a seguito di importanti piogge. Il corso d'acqua, carico anche di reflui fognari, straripando avrebbe contaminato le terre, coltivate con i classici prodotti natalizi della tradizione, come la minestra tra tutte. Una scarsa pulizia della verdura avrebbe fatto il resto. Ma i medici dell'Asl oplontina sono cauti: «Complicato risalire al serbatoio dell'infestazione» hanno detto i dottori Adele Carotenuto e Francesco Fanara che assicurano un'indagine per risalire alla causa dell'infestazione.

LA PROFILASSI
«L'obiettivo di questo incontro è quello di fare chiarezza su questa vicenda e di evitare di creare ulteriori allarmismi» ha detto il primo cittadino Vincenzo Ascione, convinto che «occorre seguire un unico protocollo, condiviso da tutte le parti in causa. Nei prossimi giorni un nuovo incontro per definire gli accorgimenti da adottare e la profilassi da seguire». La preside Zeppetella, infine, ha spiegato che la scuola ha già messo in campo una serie di misure atte a contenere l'eventuale contagio: «Il personale scolastico ha distribuito in ogni classe della scuola l'amuchina, oltre a degli spruzzini con all'interno della candeggina per disinfettare i servizi igienici prima e dopo l'utilizzo degli stessi».
 
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